Sabato, all'inaugurazione del negozio di sport di amici, sono diventato barista per caso: dopo aver fatto un giro all'interno vado fuori dove era posizionato un tavolo con un ricco buffet. Conoscendo molti dei presenti, tra un saluto e l'altro, devo essermi avvicinato troppo, tanto che dopo che una persona mi aveva chiesto di passarle un bicchiere, tutti hanno cominciato a ordinare, credendo che io fossi il barman: fatto sta che per una buona mezz'ora ho servito prosecchi, aranciate, cocktail , stappato bottiglie e fatto ordine nei vassoi degli stuzzichini. Esperienza casuale ma interessante!
domenica 5 giugno 2016
venerdì 3 giugno 2016
NUOVI REGOLAMENTI
Questo post potrà interessare solo gli operatori del settore ma è stato approvato il nuovo regolamento per la formazione professionale continua dei giornalisti: tra le novità principali, di assoluto buonsenso, è che i crediti deontologici da acquisire in 3 anni sono passati da 15 a 20, che tutti i 60 crediti totali potranno essere acquisiti on-line e che gli iscritti all'Ordine da oltre 30 anni avranno solo l'obbligo dei 20 crediti deontologici. Non sto a elencare il resto, però posso dire che tutte le novità hanno semplificato, cosa strana in Italia, questo obbligo professionale, attenendosi oltre alle leggi giuridiche, soprattutto alle leggi del buon senso.
lunedì 2 maggio 2016
PRANZI DI SANTA ZITA
In occasione della festa grossa di Santa Zita, le famiglie di Succisa si riuniscono a tavola in gruppi numerosi e le massaie hanno un superlavoro per cucinare un banchetto degno della tradizione che porterà a mangiare gli avanzi della giornata di festa anche il giorno successivo e a reinvitare vicini e parenti. Naturalmente avevo il pranzo in famiglia ma, invitato per aperitivi e caffè anche dalle famiglie confinanti, ho colto l'occasione per una foto di gruppo in taverna e per un particolare sulla coppa tagliata e servita da Giovanna.
domenica 20 marzo 2016
Promesse mantenute
Ebbene, sì, ho riprovato a leggere Il Nome della Rosa. E al termine ne ho avuto un'opinione completamente diversa da quella che ne ebbi a sedici anni quando non riuscii ad andare oltre le 80 pagine. Sì, mi è piaciuto, e molto. Ora la domanda è: come fa a pensare un'insegnante di lettere che uno studente sedicenne possa apprezzare le 500 pagine di quel libro, con moltissimi paragrafi in latino senza nessuna traduzione, scritto in un linguaggio complesso e con presenti termini arcaici e in disuso che non capisco neanche ora che ho passato i trent'anni, per esempio i verbi cacchinare e addontare?
A sedici anni si può apprezzare Calvino, che scriveva libri di dimensioni accettabili e in linguaggio comprensibile. Tornando al Nome della Rosa alla fine ho letto anche alcune postille di Eco: su di lui come saggista non ho cambiato opinione, lo trovavo indigeribile e lo trovo ancora così.
A sedici anni si può apprezzare Calvino, che scriveva libri di dimensioni accettabili e in linguaggio comprensibile. Tornando al Nome della Rosa alla fine ho letto anche alcune postille di Eco: su di lui come saggista non ho cambiato opinione, lo trovavo indigeribile e lo trovo ancora così.
sabato 20 febbraio 2016
PACE ALL'ANIMA DI ECO, MA....
Massimo rispetto per il defunto Umberto Eco, ma è un autore che personalmente non mi è mai piaciuto e che mi ha anche un pochino <perseguitato>: in seconda superiore la prof di lettere assegnò dei libri da leggere chiedendo le preferenze di ognuno. Io chiesi un libro che facesse stare in tensione, e mi consigliò <Il nome della rosa> proprio di Eco. Tra l'altro lo avevo già in casa e provai a leggerlo: provai e basta, proprio perchè dopo 80 pagine circa abbandonai trovandolo veramente pesante, altro che stare in tensione. Non riuscivo a leggere più di cinque pagine senza addormentarmi. Per alcuni esami universitari ho dovuto studiare il suo pensiero e alcuni suoi scritti, e infine per la laurea specialistica il mio relatore mi consigliò di leggere il manuale <Come si fa una tesi di laurea>, naturalmente di Umberto Eco. Nonostante gli anni in più, una certà maturità da studente universitario e une predisposizione a letture meno leggere, il risultato fu lo stesso che col <Nome della rosa>: lessi quel manuale a spizzichi e bocconi, evitando accuratamente certi parti indigeribili. Mi sono laureato comunque anche senza aver letto in toto quel manuale. Però giuro che riprovo a leggere <Il nome della Rosa>: potrebbe anche essere che un ultratrentenne di oggi apprezzi quello che un sedicenne di allora aveva detestato.
mercoledì 3 febbraio 2016
Luisa Spagnoli
Una fiction della Rai mi ha permesso di scoprire la figura dell'imprenditrice italiana Luisa Spagnoli, figura che non conoscevo e proprio per questo, più che per interesse cinematografico, ho guardato lo sceneggiato in due puntate. Qualche notizia sulla Spagnoli l'avevo avuta da un'intervista all'attrice che la ha interpretata, Luisa Ranieri, e da Wikipedia, consultata perchè mi aveva incuriosito. Ma se il nome di Luisa Spagnoli ai più dice poco, chi non conosce la Perugina? Ebbene, la Spagnoli è stata colei che da una piccola drogheria gestita col marito Annibale Spagnoli ( tra l'altro il cognome originale di Luisa era Sargentini, ma all'epoca, nei primi del '900, le donne sposate acquisivano il cognome del maritto) creò la mitica fabbrica di cioccolato di Perugia. Ruolo rilevante lo ebbe anche l'amante Giovanni Buitoni, che portò innovazioni e suggerimenti che Luisa seppe accogliere, mentre lo stesso marito tradito, scoperte le corne, si limito ad allontanarsi ma rimanendo socio dell'azienda e facendo una delega per il Cda alla moglie, per non ostacolare la rivoluzione che la fabbrica aveva portato nel mondo dolciario. Luisa Spagnoli fu una donna moderna che durante il periodo della Grande Guerra, quando alla Perugina lavoravano solo operaie donne, si adoperò per favorire la manodopera femminile: sua l'invenzione di un primitivo asilo nido aziendale mentre le ore di allattamento venivano retribuite. A Buitoni si deve invece l'idea di trasferire la fabbrica dal centro storico di Perugia nella zona di Fontivegge, vicino alla stazione ferroviaria, per velocizzare i trasporti. Luisa e Giovanni erano persone aperte anche alle idee degli altri e abili nello sfruttare le capacità altrui e percepire i cambiamenti tecnologici di un mondo in costante progresso: per esempio una corsa automobilistica organizzata dalla Perugina fu il primo evento sportivo radiotrasmesso in Italia.
Tornando alla singola personalità di Luisa, ella rispose ai momenti di crisi e di spietata concorrenza con due invenzioni che ancora oggi sono capolavori assoluti dell'industria dolciaria: il Bacio Perugina, che inizialmente era stato battezzato <cazzotto> ( ribattezzato Bacio per volere di Buitoni), ottenuto da avanzi di lavorazione di altri prodotti e la caramella Rossana.
Il film fa capire che l'idea di inserire una sorpresa nella uova di cioccolato per Pasqua fu proprio di Luisa Spagnoli in occasione del regalo ricevuto per un compleanno: due conigli d'angora. L'angora era una lana che secondo l'imprenditrice perugina avrebbe avuto successo anche a livello sartoriale perchè elegante e contenuta nel prezzo. Le prima lavorazioni d'angora furono inserite come sorpresa nelle uova di Pasqua, mentre dopo la morte di Luisa, avvenuta a Parigi nel 1935 per un tumore alla gola, il figlio Mario sviluppa l'idea della mamma e crea la casa di moda " Luisa Spagnoli", tuttora esistente, mentre il nipote Lino Spagnoli trasformerà la produzione da artigianale a industriale, divenendo anche presidente del Perugia Calcio.
Per me che ho sangue perugino nelle vene è stato un moto di orgoglio vedere quali personalità si sono sviluppate in quella città e a quali cose grandiose e durature hanno dato vita.
Tornando alla singola personalità di Luisa, ella rispose ai momenti di crisi e di spietata concorrenza con due invenzioni che ancora oggi sono capolavori assoluti dell'industria dolciaria: il Bacio Perugina, che inizialmente era stato battezzato <cazzotto> ( ribattezzato Bacio per volere di Buitoni), ottenuto da avanzi di lavorazione di altri prodotti e la caramella Rossana.
Il film fa capire che l'idea di inserire una sorpresa nella uova di cioccolato per Pasqua fu proprio di Luisa Spagnoli in occasione del regalo ricevuto per un compleanno: due conigli d'angora. L'angora era una lana che secondo l'imprenditrice perugina avrebbe avuto successo anche a livello sartoriale perchè elegante e contenuta nel prezzo. Le prima lavorazioni d'angora furono inserite come sorpresa nelle uova di Pasqua, mentre dopo la morte di Luisa, avvenuta a Parigi nel 1935 per un tumore alla gola, il figlio Mario sviluppa l'idea della mamma e crea la casa di moda " Luisa Spagnoli", tuttora esistente, mentre il nipote Lino Spagnoli trasformerà la produzione da artigianale a industriale, divenendo anche presidente del Perugia Calcio.
Per me che ho sangue perugino nelle vene è stato un moto di orgoglio vedere quali personalità si sono sviluppate in quella città e a quali cose grandiose e durature hanno dato vita.
domenica 17 gennaio 2016
LA DISFIDA DEI FALO'
Come ogni anno a Pontremoli si rinnova la <disfida dei falò>: i rioni di San Nicolò e San Geminiano si fronteggiano in una gara a chi realizza il fuoco più bello, gli uni sul greto del Magra e gli altri nel greto del Verde. Parte sempre San Nicolò il 17 gennaio in attesa della risposta di San Geminiano ( che è anche il patrono cittadino) fissata per il 31.
La disfida dei falò è una tradizione le cui radici si perdono nella notte dei tempi, alla quale lavorano centinaia di persona che regalano, per due serate, due magiche coreografie atte a riscaldare le notti invernali e illuminare il cielo di Lunigiana. Non parteggio per nessuna delle due fazioni non facendo parte di nessuno dei due rioni, ma per una tradizione mia personale non vado mai a vederli entrambi, ma soltanto uno ad anni alterni. Il 2016 era l'anno di San Nicolò. Ecco alcuni scatti:
La disfida dei falò è una tradizione le cui radici si perdono nella notte dei tempi, alla quale lavorano centinaia di persona che regalano, per due serate, due magiche coreografie atte a riscaldare le notti invernali e illuminare il cielo di Lunigiana. Non parteggio per nessuna delle due fazioni non facendo parte di nessuno dei due rioni, ma per una tradizione mia personale non vado mai a vederli entrambi, ma soltanto uno ad anni alterni. Il 2016 era l'anno di San Nicolò. Ecco alcuni scatti:
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