lunedì 16 luglio 2018

Carta d'identità elettronica

Una storia  lunga quasi 10 anni questa: nel 2008 smarrii la mia carta d'identità in corso di validità,  feci denuncia ai carabinieri e ottenni dal mio Comune la nuova carta. Alla voce professione feci mettere " studente" poichè all'epoca  ero un universitario. Nel luglio 2009 mi laureai, avevo 26  anni  e quindi la voce " studente" non mi pesava poichè ero appena uscito dall'ateneo e avevo appena cominciato a collaborare con la Gazzetta di Parma. Nel 2011, a 28 anni,  riuscii ad iscrivermi all'Ordine dei Giornalisti e dunque avevo il  diritto di fregiarmi del titolo  di giornalista alla voce professione sulla  carta d'identità e andai a chiedere  al mio Comune se si poteva cambiare  la voce, ma mi risposero che non era necessario per la carta d'identità e l'avrei potuta cambiare alla scadenza naturale del documento.  Ma  prima di quel periodo le carte d'identità valevano 5 anni, e se risultare ancora studente nel 2013 cominciava a pesarmi, scoprire che la validità del documento era stata  portata a 10 anni, mi fece deprimere, davvero. Anche perchè nel frattempo, oltre che il giornalista, ero stato sondaggista, rilevatore statistico e agricoltore. Ho aspettato dunque pazientemente  il 2018, ansioso di rinnovare la mia carta d'identità e di cambiare finalmente la voce " studente" che a 35 anni  è troppo pesante. Consigliatomi di andare con largo anticipo poichè nel frattempo è entrata in vigore la carta elettronica e i tempi sono più lunghi, mi sono recato all'Anagrafe nei giorni scorsi,   un mese e mezzo prima della scadenza naturale, e orgogliosamente dico all'impiegata: " I dati sono tutti uguali, tranne la professione". E mi sono sentito dire: " Ah, ma non ti preoccupare, con la carta d'identità elettronica quella voce lì non esiste più". La prima brutta notizia è che ho aspettato per 10 anni di fare una cosa che non si può più fare, la seconda è che questa nuova carta d'identità ha aumentato la burocrazia e i costi: se nel 2008 avevo speso circa 10 euro tra fototessere e documento e a la pratica era durata 5 minuti, nel 2018 ne ho spesi quasi trenta  e  i minuti sono diventati 10.

lunedì 16 aprile 2018

CAMERE DA LETTO AL TEATRO DELLA ROSA

 Amici lettori, vi propongo una modesta e umile recensione   sullo spettacolo " Camere da letto" ( Alan Aickbourn)  che si è tenuto nel weekend al Teatro della Rosa, a cura del Centro Giovanile e sotto la direzione di Mauro Darchi.  E' mia consuetudine  recensire  facendo analisi attore per attore, ma  in questo caso farò per coppie di attori poichè  coppie di coniugi sono i protagonisti.  In neretto gli attori e tra parentesi i personaggi interpretati

ALBERTO SANTINI-ISABELLA BOLA ( Trevor e Susanna) : Trevor  incarna alla perfezione il filosofo senza senso pratico, pessimista e  sempre alla ricerca di risposte   sulle ingiustizie  dell'universo, tra cui la storia non proprio serena con Susanna, straordinaria  nell'interpretare la donna  depressa, isterica, priva di autostima che incolpa, ricambiata,  il marito di tutto il suo malessere esistenziale. Ma  avviene il miracolo della riconciliazione, a prezzo di far passare una notte insonne alle altre tre coppie protagoniste. Straordinari  entrambi  nel trasmettere  al pubblico lo stato d'animo dei propri personaggi

MATTEO BOLA-AGNESE ROSI ( Malcom  e Kate): Marito e moglie che si divertono un sacco a farsi i dispetti a vicenda. Lui figura  sempre sicuro di sè  ma  in realtà non  sa nemmeno avvitare una lampadina, lei tollerante al massimo in qualsiasi situazione, dalla violenza all'invadenza altrui, dai capricci del marito  all'imbarazzo   di essere nuda sotto le coperte mentre la sua camera diventa un porto di mare. Coraggiosa lei  nel presentarsi sul palco con un deshabillé, casto ma pur sempre deshabillé e bravissima nel variegare i toni della voce  nelle diverse situazioni  ed emozioni, bravissimo lui nella mimica corporea

EMANUELE SORDI- CHIARA MAZZEI ( Nick e Jeanne) Nick si sente  indispensabile al mondo e il suo infortunio che lo costringe a restare a letto  lo palesa come  un'ingiustizia che sarebbe dovuta capitare a qualcun'altro  mentre Jeanne, la moglie- segretaria ,  manifestando il suo  sentirsi   figa , non ha intenzione di  restare a casa ad accudirlo mentre c'è una festa a casa di Malcom e Kate, dove c'è anche la sua vecchia fiamma Trevor. Inzialmente    Nick manifesta gelosia ma  quando Jeanne al rientro trova Nick per terra malamente caduto dal letto e lo aiuta a tornarci  restando goffamente incastrati, la confessione del bacio  scambiato con Trevor non lo scalfisce minimamente e non  compie un balzo per liberarsi  come spererebbe Jeanne. Certo, il fatto che Trevor si presenti a casa loro e passi la notte lì  lo disturba,  non sentimentalmente ma per la  sua raffinata maleducazione e invadenza.  Divertentissimo l'accento francese di Jeanne, così come è divertentissima la lingua francese quando viene  usata da Nick per canzonarla. Divertentissimi  anche i movimenti   nel letto e fuori del letto del derelittto Nick. Entrambi stupendi nel ruolo

VITTORIO ALBERTOSI-PATRIZIA ROSSI (  Ernest e Delia)Sono  i genitori di Trevor, una coppia pseudo-snob  che intreccia  la ricerca dell'eleganza e raffinatezza della moglie con la continua ossessione  del marito relativa  ai  problemi domestici  come le infiltrazioni di acqua dal tetto , leit-motiv della nottata: delusi dalla serata  in un ristorante esclusivo, i due si ritrovano a mangiare acciughe  nel letto, interrotti dalla depressa e isterica nuora Susanna che, mentre fa passare una notte di inferno al semi-impassibile e ubbidiente  Ernest, non ci va più leggera con la suocera condividendone  con lei letto e incubi. Acciughe a parte, davvero ricchi di aplomb  britannico  anche quando sono alle prese con le psicobizze di Susanna. Ottimi interpreti.

REGISTA:  MAURO DARCHI:  Precisione maniacale nelle  battute, nei toni, nei movimenti  e nella mimica sono sicuramente dovuti anche al suo esigente e lungo  lavoro di direzione delle prove. Instancabile, generoso  e ricco di passione.

venerdì 30 marzo 2018

BENEDIZIONI PASQUALI

 Oggi nella chat di Facebook ho trovato il messaggio di una ragazza coetanea che conosco da diversi anni perchè vi ho a che fare per lavoro: devo dire che con  quasi tutte le persone con le quali ho a che fare costantemente per lavoro instauro un rapporto che va  un pochino oltre la professionalità: chiamiamola amicizia, stima, affetto o qualcosa del genere.  Potevo aspettarmi un semplice messaggio di auguri ma non una benedizione pasquale dalle sentite parole, una benedizione  di quelle che alle fine dicono " Ora inoltrala alla persona che vuoi benedire" con allegata foto del Cristo. Io ho ringraziato questa ragazza dicendole che il suo messaggio era giunto tanto inaspettato quanto gradito: e la controrisposta è stata che " lei mi deve ringraziare per tutto l'aiuto che le ho dato in questi anni" e che " io sono una persona stupenda". Ora, io ritengo, presuntuosamente o consapevolmente,  che il lavoro che faccio lo faccio bene ma lo faccio anche perchè mi pagano ( poco, ma mi pagano).  E l'aiuto che ho dato a questa ragazza grazie al mio lavoro è stato retribuito da terzi.  Ma se l'idea che ho dato a lei in questi anni è di essere una persona stupenda, significa che oltre la professionalità ci ho messo pure passione e umanità. Ritengo che l'uomo debba sempre venire prima del professionista: resta il fatto che quel messaggio mi ha fatto un immenso piacere  e regalato una punta di orgoglio

martedì 16 gennaio 2018

LA STAGIONE DEI FALO'

 A Pontremoli gennaio rappresenta la stagione dei falò: è secolare la disfida tra i falò di San  Nicolò ( il 17) e San Geminiano ( il 31). Ma questi sono preceduti da un falò più piccolo  realizzato nel suggestivo angolo tra l'oratorio di Sant'Ilario ( a cui è dedicato il fuoco)  e le imponenti mura del castello del Piagnaro. Non l'avevo mai visto e  quest'anno, essendo libero, ho colto l'occasione per andarlo a vedere il 13 gennaio,  tra l'altro provando l'ascensore di recente costruzione che da Porta Parma  sale fino al castello, ideale per i disabili, gli anziani  e le persone che non godono di buona prestanza fisica  e che vogliano visitare la suggestiva fortezza senza  dover  attraversare vicoli e borghi ciottolati in salita: anche se io consiglio a chi gode di buona salute una passeggiata attraverso queste viuzze immerse in una magica atmosfera medievale.  Ho visitato anche per la prima volta l'oratorio di Sant'Ilario, che credo venga aperto giusto per quest'occasione  ( e forse poche altre). Il falò era piccolino, ma bello, in una posizione da cui si dominava la città, e  ha scaldato il cuore degli abitanti della zona del Piagnaro che tengono viva questa tradizione. Ecco due foto:



martedì 19 dicembre 2017

PRESEPI IN VETRINA

  In questi giorni a Pontremoli ci sono due interessanti rassegne di presepi: una  molto tradizionale all'ex convento dei Padri Cappuccini e una che raccoglie le composizioni delle varie scuole della Lunigiana nella cosiddetta " Vetrina della città", uno spazio sotto il Municipio dove sono esposte anche alcune statue-stele, monumenti preistorici simbolo della Lunigiana su cui ancora oggi aleggia un alone di mistero. Alcune teorie vogliono che le statue-stele rappresentino divinità pagane mentre altre  teorie vogliono che le statue-stele rappresentino gli individui di una civiltà aliena che venne sulla Terra  millenni fa  :  gli uomini  dellepoca avrebbero raffigurato con la pietra perciò dei veri e propri extraterrestri. Curiosa questa associazione tra un culto pagano, una credenza esobiologica e la più schietta tradizione cristiana.   Propongo alcune foto dei presepi nella <Vetrina della città> poichè non l'ho mai fatto in precedenza.








lunedì 4 dicembre 2017

ANGOLI INNEVATI





 Ci sono alcuni posti che con un po' di neve assumono caratteristiche magiche, soprattutto quando giunge il crepuscolo, e immortalando questi posti  a un 'ora pomeridiana dove  essi sono quasi deserto, rimangono impresse delle immagini surreali. Nelle foto, Berceto.

giovedì 12 ottobre 2017

INCONTRI RAVVICINATI

  Questo fagiano l'ho incontrato su una strada provinciale nel bercetese.  Ho fermato l'auto per fotografarlo ed esso non ha opposto nessuna resistenza: sono restato a guardarlo per vedere se scappava ma sembrava pavoneggiarsi davanti all'obiettivo finchè a piccoli passi, come una star, si è addentrato nel bosco.