lunedì 30 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19- DIARIO DI PRIGIONIA- Diciannovesima giornata

 Giorno 19
La notizia cattiva è che i domiciliari ci sono stati prolungati fino a Pasqua, che quest'anno cade il 12 aprile. La notizia positiva è che oggi c'è stata la metà dei contagi di ieri e il più alto numero di guariti in un giorno. L'altra notizia positiva è che un mio campo è pronto per essere arato. Non dobbiamo abbassare la guardia.

domenica 29 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19 - DIARIO DI PRIGIONIA- Diciottesima giornata

 Giorno 18

 Ho deliberatamente  saltato la cronaca del giorno 17, e credo che d'ora in poi le mie cronache non saranno quotidiane. Sembra esserci un progressivo  rallentamento dei contagi e dei morti, ma non è il caso di mollare. La riflessione di oggi è sulle nuove tecnologie e i prodotti social come Facebook, Whatsapp, le chat room. Questa situazione da un lato ha  favorito il loro uso intelligente: il nostro parroco Don Andrea per esempio celebra le Sante Messe dal Duomo di Pontremoli insieme ad altri sacerdoti e diaconi in una chiesa deserta ma trasmette la celebrazione in diretta Facebook; gli studenti seguono le lezioni in streaming, molte aziende  utilizzano lo smart working. Dall'altro lato le nuove tecnologie hanno favorito il propagarsi di fake news in questo periodo che, pericolose già di per sè, in questo periodo lo sono ancora di più.
 Oggi è entrata in vigore l'ora legale: in quanto membro del Consiglio Parrocchiale sono stato incaricato di regolare l'orologio del campanile: non l'avevo mai fatto ma uno dei miei predecessori mi ha ben istruito su come compiere l'operazione.  Al pomeriggio ho tagliato l'erba intorno a casa. 

venerdì 27 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19 -DIARIO DI PRIGIONIA - Sedicesima giornata

 Giorno 16

Non ho scritto nulla del giorno 15, sia perchè non ne avevo voglia sia perchè la notizia di un nuovo aumento dei contagiati mi aveva  sconfortato. Oggi non so quanti siano, non ho ascoltato  il bollettino della Protezione Civile ma ho appena finito di vedere in tv il  Santo Padre, Papa Francesco ( al secolo Jorge Mario Bergoglio)  che ha appena concluso la cerimonia concedendo l'indulgenza plenaria a tutti fedeli collegati con le varie tecnologie ma anche a tutti coloro che col desiderio lo volevano fortemente. Non sono pochi coloro che pensano che questa pandemia sia un castigo divino per le nefandezze umane, ma al di là di questo sicuramente il mondo aveva bisogno di una " rallentata: probabilmente in nome del lavoro, del potere e del denaro   un eccesso di materialismo si era riempito delle nostre anime, perdendo di vista i valori, che non sono solo cristiani ma universali, della fratellanza, del rispetto, dell'aiuto reciproco, della comprensione. In una parola dell'amore di cristiana memoria: " Vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".
 La costrizione  in casa   fa riscoprire abilità che, presi dalla frenesia quotidiana, ci eravamo dimenticati di avere: abbiamo riscoperto il piacere del pane fatto in casa, la sartoria, la pasticceria. Abbiamo riscoperto il piacere di passare il tempo  con la propria famiglia.  Molti artisti grazie alle nuove tecnologie propongono Dj  Set, miniconcerti, improvvisazioni teatrali dalle loro case.  In qualche maniera abbiamo riscoperto  il buono che  in fondo c'è dentro ognuno di noi: il plauso va a medici, infermieri e operatori sanitari, ma anche a tutte le organizzazioni di volontariato che si prodigano, mettendo a repentaglio la propria salute per aiutare le persone in difficoltà e anche a chi, singolarmente e spontaneamente,  porta la spesa e le medicine ai propri vicini o compaesani bisognosi di aiuto.  Stavamo andando troppo velocemente e guardavamo troppo oltre, senza capire che la vera forza è dentro di noi. Non avrei mai desiderato che fosse un evento catastrofico  come una pandemia a farci capire di rimodulare i nostri stili di vita, ma, ragionando da fatalista quale non sono, una scossa forse  poteva darcela solo  un evento di questa portata.

mercoledì 25 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Quattordicesima giornata


Giorno 14
 Oggi fa più freddo di ieri:stamattina nevischiava e ora che sono quasi le 21 sta nevicando con costanza.  Fà un po' meno freddo nell'anima alla notizia che per il quarto giorno consecutivo i contagi  sono in calo, anche se siamo lontani dagli obiettivi. Oggi sarebbe stato l'ultimo giorno di domiciliari se non ce li avessere prolungati fino al 3 aprile: visti  che la cosa comincia a dare i suoi frutti bisogna cercare  di resistere ed essere ancora più ligi alla regole anticontaminazione. La situazione più grave continua a essere in Lombardia che, da sola, registra la metà dei contagi di tutta Italia. Nei giorni scorsi qualcuno diceva che  la cosa era spiegabile col forte tasso di industrializzazione della Regione e il grande traffico interno: fattori produttori di un alto tasso di smog il quale avrebbe indebolito i polmoni dei lombardi. La Regione tra l'altro è anche molto popolosa e dunque  i contatti con le altre persone, anche involontari, sono più frequenti  e dunque i rischi aumentano. Credo che finito tutto questo bisognerà ripensare agli stili di vita: la Milano anni '70 che offriva tante opportunità di lavoro a chi veniva da altre aree di Italia è cresciuta a dismisura, i ritmi sono diventati troppo  frenetici, le persone sono diventate  troppe, le macchine anche e   quello che forse una volta era un reale benessere è diventato  più un benessere apparente costretto tra smog, regole condominiali, traffico, criminalità, affitti esagerati, e anche l'ostentazione di questo benessere, che ci ha fatto dimenticare che il tempo è tra i beni più preziosi della vita di ognuno.   Anche lo Stato dovrà ragionare  in modo da creare una distribuzione più equa delle persone sul territorio . Tutti dovranno imparare qualcosa alla fine di questa epidemia. 

martedì 24 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA -Tredicesima giornata

Giorno 13
Per il terzo giorno consecutivo c'è un calo dei contagiati, ma il dato positivo è negativizzato da un aumento del numero dei morti. Oggi faceva freddo  e il mio programma di tagliare l'erba intorno a casa è stato rimandato a giorni più caldi. Proprio il freddo mi ha fatto venire in mente una cosa: il tema dell'ibernazione. Due o tre anni fa vidi al cinema il film fantascientifico  " Passengers" in cui molti terrestri si facevano ibernare    nelle capsule di un astronave che avrebbe dovuto raggiungere un  pianeta-colonia 120 anni dopo. la partenza.  Lasciando perdere la trama di questa film,  mi è venuto in mente che   i nostri arresti domiciliari sarebbero più facili e rapidi se ci  facessimo tutti ibernare, tutti ovviamente meno medici,  infermieri, pazienti e tutti coloro che producono o fanno ciò di cui sanitari e pazienti hanno bisogno. Ci potrebbero scongelare dopo un mese e magari scopriremmo  che l'epidemia è stata debellata e  potremmo con prudenza tornare a una vita normale. So che al momento non è possibile l'ibernazione su esseri viventi ma mi è venuto in mente il caso di una ragazzina inglese, malata terminale di tumore, che ha chiesto di non  essere seppellita ma di essere ibernata, con la speranza  che in un futuro la scienza possa riportarla a vivere.  C'è anche un altro film in cui si accenna al tema dell'ibernazione: " Demolition Man" in cui chi commette reati viene messo in una crioprigione: in sostanza  il reo viene messo in congelatore per la durata della sua pena. Durante tutta l'ibernazione le funzioni vitali si bloccherebbero e riprenderebbero piano piano dopo lo scongelamento. Chissà se in un futuro la scienza renderà possibile questo processo. 

lunedì 23 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19 - DIARIO DI PRIGIONIA- Dodicesima giornata

 Giorno 12
Il tradizionale bollettino dei contagi registra una flessione sia dei contagi che dei deceduti: è il secondo  giorno consecutivo di calo   ed è un piccolissimo segnale di speranza.  Fare le cose quotidiane  ai tempi del coronavirus  è diventato faticoso: fare la spesa aspettando  in coda  di entrare per evitare il sovraffollamento, il caldo invito a sbrigarsi negli acquisti, andare in posta per scoprire che è chiusa e apre solo nei giorni pari mentre in banca succede il contrario, prendere le medicine anche per conto terzi. mi ha fatto stancare. Per alcuni farmaci sono dovuto andare alla farmacia dell'ospedale: ora come ora c'è un solo ingresso sorvegliato da una addetta dell'Asl e da un vigilante. Mi è stata chiesta la motivazione del mio accesso  e misurata la febbre, febbre che non avevo e dunque mi hanno lasciato passare. Oggi il mio pensiero è stato per quelle persone che  tanti anni fa,  nella seconda  metà degli anni '90, fuggirono dall'Albania   per raggiungere l'Italia: quelle persone fuggirono da anni di  dittatura,  miseria, violenza, guerra civile,  persecuzioni politiche , in sostanza da una situazione drammatica. Molti di loro in Italia si sono costruiti una famiglia e una posizione lavorativa, lasciandosi alle spalle  un brutto passato.  Di certo non avrebbero mai pensato di  potersi ritrovare a vivere di nuovo  un altro dramma: un dramma diverso, non legato a guerriglie  e  dittature, ma un dramma che riporterà alla luce  quegli stessi sentimenti vissuti in patria nel periodo più buio.  Il virus, seppur per motivi di sicurezza, ha riportato quelle limitazioni della libertà che i cittadini albanesi vissero in patria  non per loro tutela ma per la sete di potere dei loro governanti.  E anche se ora i molti albanesi che vivono in Italia, perfettamente integrati con la nostra cultura, capiscono che queste limitazioni sono per tutelare la nostra salute, non potranno non andare con la mente al loro triste passato

domenica 22 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Undicesima giornata

 Giorno 11 
Il pomeriggio è stato costellato da brutte notizie: la prima una nuova stretta del governo e il prolungamento dei nostri  arresti domiciliari fino al 15 aprile. Poi la notizia della positività del sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, che conobbi di persona proprio in questo periodo di 11 anni fa, sul Passo della Cisa. Da allora instaurammo un ottimo rapporto, che probabilmente va oltre il rapporto tra sindaco e giornalista corrispondente dal suo paese. Un rapporto di stima reciproca in cui a discussioni serie si alternavano anche battute e momenti giocosi. Verso sera uno spiraglio di luce: al telegiornale la notizia che i contagi e i morti nella giornata odierna sono diminuiti. Ma il mio primo pensiero, tra l'altro coinciso con l'appello del capo della Protezione Civile Angelo  Borrelli, è che non bisogna abbassare la guardia. Anzi, questo è proprio il momento di essere ancora più responsabili. Da ieri sera mi risuona nella mente il titolo di una poesia di Ungaretti, " Fratelli" ma soprattutto il testo di un'altra lirica, " Veglia". Liriche di guerra ma condite con lo stesso sentimento doloroso che accompagna chi sta vivendo nel periodo di  questa epidemia. " Non sono mai stato tanto attaccato alla vita".