Lo sciopero degli autotrasportatori ha portato all'esaurimento delle scorte di carburante anche a Pontremoli. E questo è un problema grosso per tutti: se non arrivano i camion, non arrivano nemmeno i generi alimentari. Chi sta in campagna e ha un orticello e tre galline qualcosa da mangiare ce l'ha, ma chi sta in città rischia di esaurire le scorte. La situazione è drammatica anche per i mezzi di soccorso e di polizia, che, senza carburante, devono stare fermi. E, esclusi coloro che possono usare i mezzi pubblici perchpè agiati, senza benzina non si va nemmeno a lavorare. E non lavora nemmeno chi non si deve spostare ma il carburante lo deve mettere nelle macchine agricole. Insomma, i camionisti hanno paralizzato l'Italia: eppure, non me la sento di biasimarli. Eppure, li capisco. Fanno una vitaccia, sempre in mezzo al traffico e pieni di responsabilità, gasolio e autostrade sono sempre più care,e i loro stipendi, diciamolo, non sono certo eccelsi. Troppo spesso di dimentichiamo che quando andiamo in edicola, al supermercato, al distributore, a fare compere, dietro c'è un camionista che ha viaggiato per ore per portare la merce a destinazione. Sono una categoria fondamentale per la soppravvivenza ed è inutile che i politicanti di oggi mi parlino di illegalità dello sciopero e delle manifestazioni: senza i camionisti non si va avanti. Perciò il loro lavoro, come quello di tante altre categorie, andrebbe tutelato. Altrimenti si torna a una pura economia di sussistenza: le campagne si ripopoleranno perchè non si potrà più vivere in città e sarà un pullulare di orti, pascoli, bestiame. I boschi, oggi per lo più abbandonati, saranno nuovamente curati e il legname sarà il combustibile fondamentale.
Io sono in riserva, ma se incontrassi un camionista oggi, gli offrirei da bere.
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