giovedì 8 gennaio 2015
LA FORTUNA E' CONTAGIOSA?
La fortuna è contagiosa? Alcune circostanze portano a pensarlo: nei giorni scorsi a Berceto è stato venduto un biglietto vincente della Lotteria Italia del valore di ben 50.000 euro. Inviato dal giornale sul posto per il servizio d'obbligo sulla consistente vincita, tutte le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto. Appena rientrato a casa ho ricevuto una chiamata per un lavoro e alla sera idem con patate. Lavori occasionali, d'accordo, ma in tempi di crisi tutto fa brodo. Il giorno seguente sul posto di lavoro appunto, in mezzo a un uliveto, mi è capitato di trovare 5 centesimi. Una somma irrisoria, ok, ma che mi piace interpretare come simbolica di un avvenire dove capiteranno ben più monetine nelle mie tasche. Senza contare che poi sul giornale sono stati pubblicati più articoli di quelli che mi aspettavo. Saranno stupidaggini ma è bello pensare romanticamente che quando sono stato a Berceto l'aria fosse ancora impregnata di fortuna e io ne abbia respirato un pò.
giovedì 11 dicembre 2014
QUESTIONE CAMPI ROM
In questi giorni si sta discutendo molto della questione campi rom, delle loro scarse condizioni igienico-sanitarie e di cattive azioni attribuite agli abitanti di quei campi rom. Non è per razzismo ma personalmente ritengo che i campi rom non dovrebbero proprio esistere. Mi spiego: gli stranieri che vengono in Italia dovrebbero venire per due soli motivi, turismo o lavoro. Nel caso del turismo, allora, vengano tre mesi, rispettando le nostri leggi, e alloggiando in strutture turistiche e poi a casa loro. Nel caso del lavoro allora bisogna che si cerchino un'abitazione in affitto a spese loro e non dello Stato italiano che attualmente mantiene molti campi rom fornendo loro acqua potabile e luce, mentre non si dimostra altrettanto generoso con i cittadini italiani in difficoltà. Alcuni rom ammettono candidamente di rubacchiare qui e là perchè fa parte della loro cultura. E qua sta l'assurdità: per un nostro concittadino colpevole di furto commesso magari per fame ( perchè rimasto disoccupato, magari con famiglia ) c'è la condanna penale, mentre per un rom , che un lavoro non lo cerca perchè non fa parte della sua cultura mentre rubare sì, il furto non è visto come reato ed è lasciato impunito. Ma se un'abitudine di un'altra etnìa contrasta col nostro ordinamento giuridico, non dovrebbe essere preclusa sul nostro suolo?
Ecco perchè dico che i campi rom non dovrebbero esistere: normalmente chi va in un paese straniero dovrebbe cercare di integrarsi col popolo di quel paese e non viceversa.
Ecco perchè dico che i campi rom non dovrebbero esistere: normalmente chi va in un paese straniero dovrebbe cercare di integrarsi col popolo di quel paese e non viceversa.
mercoledì 26 novembre 2014
I 10.000 EURO DELLA VERGOGNA
E' un titolo abusato, lo so , ma < i 10.000 euro della vergogna> rende perfettamente l'idea del sentimento di indignazione entrato in me da quando ho sentito che i principi britannici William e Kate durante il loro soggiorno negli States desineranno in un locale, dove, per la loro compagnia, altri eventuali clienti dovranno sborsare 10.000 dollari al piatto. In Italia, come in America, c'è chi 10.000 euro non li porta a casa neanche in un anno. C'è gente che nel mondo non mette insieme il pranzo con la cena mentre qui ci si sollazza sprecando, perchè poi di spreco si tratta. Per come la penso io, i futurissimi reali inglesi ( dico futurissimi perchè i futuri, come ci dimentica spesso, sono Carlo e Camilla), dovrebbero utilizzare i 10.000 dollari a portata per sfamare cinquecento poveri. E avanzerebbero pure...
mercoledì 12 novembre 2014
GATTI AFRICANI
Ecco una famiglia di gatti africani appena sbarcata dal Congo per raggiungere la madre, una meticcia come dimostra il miscuglio di colori. Visto il lungo viaggio che hanno dovuto affrontare, l'appetito non manca loro come si può vedere dalla foto.
martedì 21 ottobre 2014
CASTAGNATA A LICCIANA NARDI
Licciana Nardi ha portato l'autunno in piazza: domenica 19 ottobre si è chiusa infatti l'edizione 2014 dell'evento <La castagna racconta>: molto più di una semplice castagnata ma una miscellanea di folklore, cultura e storia. L'intitolazione di piazza Anacarsi Nardi è già storia: Anacarsi fu un patriota che, insieme allo zio Biagio Nardi, si distinse nelle lotte per l'indipendenza italiana. Entrambi erano nativi di Apella, una suggestiva frazione di Licciana. In questa piazza domenica era allestito uno stand dove si preparavano le mondine saltate nella padella, insieme ad altre pietanze a base di castagne: frittelle, pattona e il "cian", specialità tipica della Bassa Lunigiana: una specie di pattoncina cotta alla piastra anzichè nel testo. Queste specialità erano servite da delziose ragazze e signore che coi costumi di una volta hanno fatto rivivere l'epoca in cui le castagne erano il prezioso pane quotidiano. Nella stessa piazza, era allestito un mercatino dell'artigianato e davanti a via Montebello, una ricostruzione della lavorazione delle castagne: dalla raccolta alla molitura passando per l'essicazione. Dentro via Montebello, suggestivo borgo ciottolato che si apre sulla piazza del Municipio, dove c'era un altro stand gastronomico, era allestito un colorato mercatino dei prodotti tipici, come "pomi rodei", vinello nostrano, salumi e formaggi. Tra le cose da segnalare una mostra di pittura e una dimostrazione di lavorazione della lana per materassi . Il tutto in un clima di festa scandito dalle note di un'orchestra che ha offerto ai ballerini tutta la giornata per esibirsi.
venerdì 17 ottobre 2014
ECHI DI TRINCEA
Un viaggio
nel tempo lungo un secolo, fino ad arrivare al 1914: cento anni fa
scoppiava la Prima Guerra
Mondiale, conosciuta anche come la Grande
Guerra, e Pontremoli ha voluto ricordare questa importante
ricorrenza storica domenica 12 ottobre
alle 17 al Teatro della Rosa. Nella
suggestiva cornice del 700esco teatro, davanti alle autorità civili e militari
( presenti tre generali dell’esercito: Giancarlo Sperindè, Armando Novelli e Franco Razzini) si è tenuta la
rappresentazione <Echi di Trincea. Parole e musica a cento anni dalla Grande
Guerra>. Ha introdotto la serata
Gianni Beschizza ricordando come
furono <eroi i soldati italiani come coloro che combatterono per la propria
patria, in attesa che venisse costruita la patria comune, cioè l’Europa>. Dopo Beschizza è
cominciata l’esibizione della Musica
Cittadina Pontremoli: la banda ha proposto brani di compositori inneggianti
alla pace fra i popoli, ai caduti di tutte le guerre, al sentimento di fratellanza
dei soldati al fronte. L’intervallo tra una parte e l’altra dell’esibizione
musicale è stato sostituito da qualcosa
di particolare: il fisarmonicista Endrio Luti e
il giovane attore di Grondola Gregorio Fenocchi si sono alternati
nell’interpretare con musica e parole i
sentimenti che attraversarono i cuori
degli italiani in quel 1914. Mentre Luti
ha aperto l’esibizione col suono della sua fisarmonica, Fenocchi ha esordito
annunciando con enfasi i punti di quello che
i più esperti di letteratura
hanno riconosciuto come <Il manifesto del futurismo> di Filippo
Tommaso Marinetti, il quale vedeva entusiasticamente la guerra come <sola igiene del mondo>.
Ma Fenocchi ha interpretato i sentimenti
anche di chi visse il conflitto come un dramma, recitando la celeberimma lirica
<Sono una creatura> di Giuseppe Ungaretti, un poeta profondamente segnato
dalla sua esperienza di soldato in trincea
durante la Grande Guerra. E poi ancora gli spettatori hanno potuto
ascoltare la famosa <Canzone del Piave>, lettere di soldati al fronte,
una riflessione sul conflitto inviata al generale Sperindè dagli studenti di
una Terza Media Lunigianese, articoli del
<Corriere Apuano> dell’epoca.
E infine hanno potuto ascoltare
brani sul tema del giorno del tenore
Alessandro Bazzali. Una serata dunque che ha permesso di ripassare un po’ di
storia ai più vecchi, di conoscerla ai più giovani, e soprattutto di fare una
riflessione su uno degli eventi più tragici della storia contemporanea: la
prima Guerra Mondiale, portatrice di odio, morte, dolore e distruzione
Sono una creatura ( G. Ungaretti)
Come questa pietra
del San Michele
così fredda
cosi dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
martedì 7 ottobre 2014
SALVIAMO L'ITALIANO
E' vero che siamo in Europa; è vero che l'inglese è la lingua veicolare che fa la parte del latino ai tempi dell'Impero Romano. E' anche vero però che stiamo esagerando nell'adozione di termini inglesi per descrivere situazioni e cose che hanno un corrispondente e talvolta banale vocabolo italiano. Facciamo esempi concreti: ieri al tg si è parlato della possibilità di co-working per le mamme: tale termine d'Oltremanica ha ben più di un omologo in lingua italiana: lavoro condiviso, lavoro di gruppo, lavoro insieme.
Negli annunci sui giornali una delle figure professionali più ricercate in questo momento è il sell assistant, letteralmente assistente alla vendita: un banale rappresentante o venditore porta a porta. Sempre tra gli annunci di lavoro si specifica che alcune figure sono richieste per un call job: è il solito banale, antichissimo e comune lavoro a chiamata. E a proposito di lavoro, i famosi job acts che il governo Renzi proclama a gran voce altro non sono che: azioni per il lavoro.
Parliamo di economia: il famigerato spread si può tradurre in molti modi italianissimi: divario, differenza, scarto. Le agenzie di rating non sono che agenzie di valutazione.
La conclusione è che se l'inglese è una lingua degnissima, la lingua di Shakespeare, l'italiano lo è altrettanto, in quanto lingua di Dante. E qualcosa mi dice che il poeta italiano non abbia nulla da invidiare al drammaturgo inglese.
Negli annunci sui giornali una delle figure professionali più ricercate in questo momento è il sell assistant, letteralmente assistente alla vendita: un banale rappresentante o venditore porta a porta. Sempre tra gli annunci di lavoro si specifica che alcune figure sono richieste per un call job: è il solito banale, antichissimo e comune lavoro a chiamata. E a proposito di lavoro, i famosi job acts che il governo Renzi proclama a gran voce altro non sono che: azioni per il lavoro.
Parliamo di economia: il famigerato spread si può tradurre in molti modi italianissimi: divario, differenza, scarto. Le agenzie di rating non sono che agenzie di valutazione.
La conclusione è che se l'inglese è una lingua degnissima, la lingua di Shakespeare, l'italiano lo è altrettanto, in quanto lingua di Dante. E qualcosa mi dice che il poeta italiano non abbia nulla da invidiare al drammaturgo inglese.
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