lunedì 2 aprile 2012
CAPRETTI E AGNELLI: MA QUALE MASSACRO!
Ho sentito in questi giorni le proteste degli animalisti, capitanati dall'ex ministro Vittoria Brambilla, per impedire il massacro pasquale di capretti e agnelli. Devono essere tutte persone che un agnello o un capretto vivo non l'hanno neanche mai visto e non devono mai aver passato un periodo in campagna. Altrimenti saprebbero che capretti e agnelli innanzitutto non sono specie selvatiche e in via di estinzione, ma si tratta di animali domestici che vengono allevati dall'uomo. E gli allevatori controllano capretti e agnelli anche dal punto di vista riproduttivo e non li macellano indiscriminatamente: un numero di capi per la riproduzione ( nonchè per la lana, latte, formaggio, ricotta) viene sempre conservato. Seconda cosa: perchè gli animalisti sono scesi in piazza per salvare capretti e agnelli a Pasqua e invece per i capponi a Natale non hanno protestato? E in questo periodo dove in molti posti al Venerdì Santo è usanza consumare baccalà o stoccafisso, perchè per salvare i merluzzi non si lotta? Forse un cappone o un merluzzo hanno meno dignità di un agnello o un capretto? Potrei capire la lotta degli animalisti se si trattasse di specie non di allevamento a rischio estinzione, ma da che mondo e mondo l'uomo alleva capretti e agnelli, come maiali, polli e vitelli per farne cibo. Altrimenti che senso avrebbe tutta la fatica che si fa ( e se ne fa parecchia per chi non lo sa) per nutrirli, curarli, ripararli dalle intemperie, eccetera eccetera. E ultima cosa non è vero, come dice la Brambilla, che il sacrificio di capretti e agnelli non è una tradizione cristiana: basti pensarea Isacco, che, per volere divino, come prova di obbedienza, doveva essere sacrificato per mano del padre Abramo: fermato dall'Angelo di Dio appena in tempo, al posto di Isacco venne sacrificato un capretto che si era impigliato tra i rami di una pianta.
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