martedì 23 aprile 2019

10 anni di Gazzetta di Parma

 Lo scorso 26 marzo sono stati esattamente 10 anni da quando  firmai il mio primo contratto da collaboratore per la Gazzetta di Parma, dopo tre mesi di prova  assolutamente gratuita e senza alcun tipo di rimborso spese. Oggi faccio  le stesse cose che facevo 10 anni fa ma con più consapevolezza e con più risorse: una migliore conoscenza delle leggi in materia di stampa e la conoscenza di molte più persone con le quali sono entrato in contatto per realizzare i miei servizi mi hanno certo permesso di crescere  e di fare meglio il mestiere di giornalista.  A pensarci oggi, quando entrai 10 anni fa, avevo un'idea abbastanza lontana  dalla realtà di ciò che doveva essere un cronista locale: 10 anni fa pensavo  che bisognasse essere cinici e senza scrupoli nel pubblicare le notizie, quando invece è fondamentale mantenere buoni rapporti con tutte le persone che rappresentano preziose fonti di informazione. E se non si vuole pregiudicare l'obiettività, allora è meglio delegare colleghi con rapporti più distaccati. 10 anni fa pensavo che sarebbe  stato pubblicato tutto ciò che scrivevo: invece,  allora come oggi,  bisognava  fare i conti con  spazi ristretti, argomenti migliori e più interessanti, rapporti di maggiore o minore empatia col caposervizio di turno, vendibilità degli articoli e cose  simili.  Lo spazio bisogna conquistarselo, ogni giorno, così come la fiducia di capiservizio e vicecapiservizio.  10 anni fa pensavo che qualche articolo più importante degli altri  potesse far fare carriera o  entrare in redazione: invece ho scoperto che aumenta la fiducia,  fa aumentare un pochino lo spazio  per i propri articoli in quel periodo  ( e quindi anche i soldi)  ma per un avanzamento di carriera ci vuole uno scoop a livello nazionale.  La cosa che mi fa sorridere di più, ripensandoci, è che io credevo che  gli articoli fossero pagati diversamente a seconda dell'importanza, quando quello che conta in realtà, e che sta scritto nel contratto, è solo e soltanto la lunghezza:  in pratica se un articolo sulla festa delle castagna e uno sulla visita del Papa hanno lo stesso numero di battute, il compenso non cambia. Può cambiare il fatto che sulla visita del Papa magari di articoli se ne scrive  più di uno.  Pensavo anche che dopo diversi anni ai collaboratori sarebbe stata aumentata un pochino la retribuzione, e invece ci sono stati solo tagli unilaterali: tanto da far scoppiare, in tempi recentissimi,  una rivolta sindacale dei collaboratori, i quali per la prima volta nella storia, hanno ottenuto, me compreso, un piccolo aumento  su alcuni pezzi e un piccolo rimborso spese per pezzi  su Comuni non di propria competenza.
Detto tutto questo ritengo che il mestiere di giornalista locale sia il mestiere più difficile e malpagato, ma anche il più bello del mondo!