venerdì 29 novembre 2019

LE CARTE IMPOVERISCONO

 Nei mesi scorsi e nelle settimane scorse si è parlato molto del tentativo dell'attuale governo Conte bis di incentivare l'uso dei pagamenti elettronici fino alla prospettiva di abolire totalmente il contante. Al di là dell'impossibilità tecnica, poichè molte zone della nostra Italia sono a connettività assai debole se non nulla,  l'abolizione del contante sarebbe una misura che impoverirebbe le famiglie. Facciamo l'ipotesi di una famiglia con 2 figli: al termine degli studi superiori,  sia che vadano allUniversità sia che cerchino un lavoro, non avendo mai lavorato prima ( se non qualche lavoretto estivo)  o saltuario, sono  per forza  dipendenti dai genitori che danno loro i soldi per le necessità  quotidiane in contanti. Con l'abolizione dell'uso dei contanti, sarebbero obbligati ad aprire un  conto corrente bancario o postale o a fornirsi di carte ricaricabili indipendenti da conti: in entrambi i casi  ci sono dei costi fissi. E chi li pagherebbe questi costi fissi? Ovviamente i genitori, poichè non avendo i figli mai lavorato, non potrebbero permettersi la tenuta di un conto. Sono meno dispendiose  le carte ricaricabili, ma chi le ricarica se non i genitori fino a che i figli non raggiungono l'autonomia finanziaria?  Facciamo un ipotesi semplificativa: se un figlio costa a un genitore 200 euro al mese in contanti, con l'obbligatorietà delle carte gli costerebbe 250 considerando costi fissi e commissioni.  Quindi le famiglie con più figli avrebbero  più costi: sarebbe un ulteriore disincentivo alla natalità in un paese in cui le culle sono in costante diminuzione!

giovedì 24 ottobre 2019

AGGIORNAMENTI RISERVA GIOGALLO

 Nella riserva del fungo porcino I.G. P. gestita dalla Cooperativa Giogallo ( comprensorio di Succisa, Montelungo, Grondola) la nascita sta continuando a tutte le altitudini, anche se con minor abbondanza. Ricordiamo ai cercatori che gli ingressi della Riserva sono 5: 2 a Montelungo ( entrambi sono bivi della Statale della Cisa), 1 a Grondola ( posto lungo la Provinciale del Brattello, vicino a un noto agriturismo)  e 2 a Succisa ( 1 in località Pollina, 1 in località  Villavecchia. Per chi viene la prima volta  è consigliabile usufruire degli ingressi di Montelungo ( venendo da Nord) e di Grondola ( venendo  da Sud) in quanto più semplici da trovare.

lunedì 21 ottobre 2019

Succisa, il paese dei funghi

Vista l'archiviazione del sito "Il paese di Succisa", in attesa di un eventuale ripristino o della creazione di un sito/blog alternativo,   usufruiamo di questo blog per dare notizie inerenti alla nascita dei funghi  nella riserva gestita dalla  Cooperativa Giogallo:  la riserva comprende le frazioni di Succisa, Montelungo e Grondola; vi sono 5 ingressi nei quali, durante i giorni di apertura ( martedì e sabato)  gli addetti della Coop, che indossano divisa arancione, rilasciano il permesso giornaliero al costo di 15 euro. Vi sono altre tipologie di permesso che pubblicheremo prossimamente. Attualmente la nascita e' abbondante a tutte le altitudini. Per informazioni ulteriori contattare: 3292007760, 3291277009 oppure scrivere a ginomonacchia@libero.it    o  gini77@libero.it.

martedì 24 settembre 2019

DIZIONARIO ITALIANO-MARCHIGIANO

 Trovo abbastanza terribile il modo di parlare marchigiano: oltre all'accento, ci sono alcune espressioni  che, pur non avendo niente di così strano o molto diverso dall'italiano popolare, hanno una connotazione locale così forte da lasciare a disagio chi non è della zona. Facciamo alcuni esempi.

 ITALIANO: Non mi va  MARCHIGIANO: Non me ne va
 ITALIANO: Muoio        MARCHIGIANO: Muoro
 ITALIANO: Compio gli anni  MARCHIGIANO:  Finisco gli anni
 ITALIANO: Sto cenando MARCHIGIANO: Sto facendo cena

mercoledì 15 maggio 2019

I FALSI MITI SUL GIORNALISMO LOCALE

  Dopo 10 anni nel mondo del giornalismo locale,  mi sono reso conto che chi è esterno a questo mondo ha delle credenze errate, anche se  molto diffuse.  Voglio dedicare un post  per sfatare questi miti, elencandoli  in grassetto e rispondendo in carattere normale.

1) Il giornalista locale lavora per tutti i media della sua zona
 Non è così, anzi, spesso,  i media della zona sono in diretta concorrenza tra loro e sarebbe deontologicamente scorretto lavorare contemporanemante nello stesso settore  per due rivali. Ciò  non toglie che si possa collaborare, facendosi favori reciproci,  con colleghi di altre testate

 2) I  corrispondenti   sanno prima   quando escono i loro articoli 
Soltanto chi è in redazione sa prima  quando escono determinati  articoli: i collaboratori e i corrispondenti esterni alla redazione non ne vengono informati. Nel caso della mia testata, noi possiamo solo vedere se gli articoli sono stati impaginati ma questo non significa nulla: possono uscire diversi giorni dopo l'impaginazione o addirittura  "saltare " e non uscire mai

3)  I corrispondenti decidono quando pubblicare i loro articoli
 No, mai.  Le  decisioni vengono prese in redazione, seguendo le direttive del caposervizio e della direzione.  I corrispondenti non hanno alcun potere decisionale in questo senso. 

4)  I compensi per gli articoli  variano a seconda dell'importanza dell' argomento
Niente di più falso:  il compenso  per il singolo articolo è stabilito in base alla lunghezza e sta scritto nel contratto e nei successivi eventuali  accordi tra amministrazione  e giornalisti  Alcuni giornali pagano  un tot  a  modulo( una specifica lunghezza, che corrisponde a un tot di righ, variabile da giornale  a giornale), altri pagano a fasce di lunghezza. ( Per esempio:  da 1 a 500 battute, da 500 a 1000, da 1000  a 2000, ecc:)   In sostanza se  un incidente con 20 feriti  e il resoconto della festa della castagna hanno la stessa lunghezza, il compenso non varia, pur avendo palesemente una diversa importanza. Poi è ' chiaro che su certi argomenti si  scrive anche più di un solo articolo

5) Sono sempre  i corrispondenti a decidere quanto spazio dare a un argomento  
  Non sempre: i corrispondenti decidono quanto spazio dare  a un argomento negli articoli che propongono autonomamente, ma  chi  " passa" , come si dice in gergo,  l'articolo in redazione , può tagliare ( avviene molto  spesso)  o allungare ( avviene meno spesso ma avviene)  a suo piacimento e a seconda degli spazi che ha a disposizione nella pagina.  Quando invece è la redazione a commissionare un articolo al corrispondente, indica anche  quale deve essere la lunghezza. Ma anche in questo caso  l'articolo originale può subire modifiche per improvvise esigenze di spazio.

6) Un articolo firmato è più importante di uno non firmato
No, non c'entra.    Si può sempre chiedere l'omissione della firma,   ci può sempre essere un  motivo per non  desiderarla. 

martedì 23 aprile 2019

10 anni di Gazzetta di Parma

 Lo scorso 26 marzo sono stati esattamente 10 anni da quando  firmai il mio primo contratto da collaboratore per la Gazzetta di Parma, dopo tre mesi di prova  assolutamente gratuita e senza alcun tipo di rimborso spese. Oggi faccio  le stesse cose che facevo 10 anni fa ma con più consapevolezza e con più risorse: una migliore conoscenza delle leggi in materia di stampa e la conoscenza di molte più persone con le quali sono entrato in contatto per realizzare i miei servizi mi hanno certo permesso di crescere  e di fare meglio il mestiere di giornalista.  A pensarci oggi, quando entrai 10 anni fa, avevo un'idea abbastanza lontana  dalla realtà di ciò che doveva essere un cronista locale: 10 anni fa pensavo  che bisognasse essere cinici e senza scrupoli nel pubblicare le notizie, quando invece è fondamentale mantenere buoni rapporti con tutte le persone che rappresentano preziose fonti di informazione. E se non si vuole pregiudicare l'obiettività, allora è meglio delegare colleghi con rapporti più distaccati. 10 anni fa pensavo che sarebbe  stato pubblicato tutto ciò che scrivevo: invece,  allora come oggi,  bisognava  fare i conti con  spazi ristretti, argomenti migliori e più interessanti, rapporti di maggiore o minore empatia col caposervizio di turno, vendibilità degli articoli e cose  simili.  Lo spazio bisogna conquistarselo, ogni giorno, così come la fiducia di capiservizio e vicecapiservizio.  10 anni fa pensavo che qualche articolo più importante degli altri  potesse far fare carriera o  entrare in redazione: invece ho scoperto che aumenta la fiducia,  fa aumentare un pochino lo spazio  per i propri articoli in quel periodo  ( e quindi anche i soldi)  ma per un avanzamento di carriera ci vuole uno scoop a livello nazionale.  La cosa che mi fa sorridere di più, ripensandoci, è che io credevo che  gli articoli fossero pagati diversamente a seconda dell'importanza, quando quello che conta in realtà, e che sta scritto nel contratto, è solo e soltanto la lunghezza:  in pratica se un articolo sulla festa delle castagna e uno sulla visita del Papa hanno lo stesso numero di battute, il compenso non cambia. Può cambiare il fatto che sulla visita del Papa magari di articoli se ne scrive  più di uno.  Pensavo anche che dopo diversi anni ai collaboratori sarebbe stata aumentata un pochino la retribuzione, e invece ci sono stati solo tagli unilaterali: tanto da far scoppiare, in tempi recentissimi,  una rivolta sindacale dei collaboratori, i quali per la prima volta nella storia, hanno ottenuto, me compreso, un piccolo aumento  su alcuni pezzi e un piccolo rimborso spese per pezzi  su Comuni non di propria competenza.
Detto tutto questo ritengo che il mestiere di giornalista locale sia il mestiere più difficile e malpagato, ma anche il più bello del mondo!

martedì 15 gennaio 2019

IL LIBRO SU GORDON LETT


 Nei giorni scorsi l'Istituto Storico della Resistenza Apuana ha presentato un volume dedicato a una delle figure più affascinanti della Liberazione sul nostro Appennino: il maggiore inglese Gordon Lett. Il volume, nat dalla collaborazione tra l'Isra  l'avvocato Brian Lett, figlio di Gordon, è stato presentato a Pontremoli nelle stanze del Teatro della Rosa con la moderazione di Paolo Bissoli, presidente dell'Isra ( che ha curato anche l'introduzione) nonchè persona profondamente intrisa della cultura lunigianese.  Bissoli ha tracciato quello che fu  per i nostri territori appenninici Gordon Lett,  " Amico dell'Italia" ed è proprio così  che titola il libro: " Gordon Lett. Amico dell'Italia. Cittadino Onorario di Pontremoli, Albareto, Reggio Emilia". Ma fu soprattutto nello zerasco, nella Valle di Rossano, che il maggiore inglese, fuggito dal campo di prigionia  di Veano ( Piacenza) arrivò e si distinse, combattendo fianco a fianco coi partigiani locali ma mantenendo sempre i contatti coi suoi commilitoni inglesi di stanza a Firenze.  Durante la presentazione, oltre al saluto dell'Anpi di Zeri , la professoressa Lalla Tassi De Negri e Monsignor Silvano Lecchini, che vissero alcuni di quei tragici momenti,  hanno riportato le loro testimonianze. Fu il destino a portare Gordon Lett a  Rossano, poichè egli aveva ben altre intenzioni dopo la fuga, ma il suo spirito di solidarietà  e la sua preparazione lo portarono a fondare il Battaglione Internazionale, protagonista di molti episodi in quella durissima stagione. Lett stipulò anche una profonda amicizia col vescovo Monsignor Sismondo, rinsaldata nel tempo: e fu questo legame che impedì il bombardamento della città di Pontremoli.   Lo stesso Brian Lett ha tratteggiato la figura del padre (  Gordon stesso fu autore e di due libri sulla sua esperienza nella valle di Rossano)  col tipico aplomb britannico  mettendosi  in una diversa ottica. Ciò che è certo è che il legame con Zeri, Rossano e Pontremoli della famiglia Lett è rimasto intatto anche dopo la guerra: i discendenti del maggiore inglese frequentano assiduamente il nostro Appennino e vi hanno anche delle proprietà.


venerdì 4 gennaio 2019

IL SOGNO PIU' BELLO

Innanzitutto buon anno a tutti!
 Il titolo di questo post è riferito non a un  grande desiderio, ma a un vero e proprio sogno notturno: di solito, ultimamente, le mie visioni oniriche erano o insignificanti o assurde, se non  si trattava addirittura di incubi. Ma il sogno della notte tra il 3  e il 4 gennaio 2019   è stato bellissimo, il sogno più bello che abbia mai fatto: tra l'altro  nel  mio duraturo sogno c'era anche una parte in cui mi chiedevo appunto se non mi fossi sognato tutto, ma trovavo  gli oggetti che erano la prova che non mi ero sognato tutto. E anche quando mi sono svegliato sul serio non sono rimasto deluso, ma sono rimasto emozionato  per quello che il sogno mi aveva fatto vivere in maniera così realistica!