venerdì 6 maggio 2022

LA PIANTAGIONE DEI CERVELLI-RECENSIONE

  "La piantagione dei cervelli" è l'ultima fatica letteraria dello scrittore Fabio Carapezza, pubblicato con la tecnica del crowdfunding. 

Ambientato in un futuro distopico, la città dove è ambientato il romanzo è ispirata a Parma, luogo dove l'autore ha vissuto oltre 40 anni. Ma è una Parma molto diversa da quella che conosciamo: è racchiusa sotto una volta, dove tutto è artificiale e la natura è inesistente.  e chi vi vive è sottoposto a un totale controllo  effettuato per mezzo delle macchine. Questa ambientazione propone due riflessioni:  i rischi che una eccessiva deriva ultratecnologica può comportare ( ben spiegato dall'autore nell'epilogo)  e il valore della libertà e della propria autodeterminazione: nella Parma del futuro ogni spostamento fuori dall'ordinario deve essere  autorizzato, il popolo non può organizzare nessuna manifestazione ma può, anzi deve,  partecipare soltanto alle celebrazioni che i governanti organizzano ogni 25 dicembre, in sostituzione del Natale, per autocelebrare questo nuovo  regime.  Probabile il riferimento alle note  parate fasciste del Ventennio .

Un concetto che salta all'occhio nel romanzo è quello della identità personale: tutti  vengono totalmente depilati tramite laser alla nascita. In questa maniera, senza capelli, appaiono tutti molto simili.   Tra le righe un messaggio che sottolinea l'importanza della salvaguardia  della propria identità, anche a  partire dal look.

Altra tematica  affrontata nel romanzo è quella del controllo delle nascite, tematica affrontata  in vari regimi: se nella moderna Cina si tende a limitare la natalità e nella Romania di Ceausescu le famiglie con più prole venivano addirittura premiate, nella Volta    gli abitanti non sono nemmeno liberi di scegliere con chi  mettere su famiglia, ma è una app a decidere chi è più adatto ad accoppiarsi con chi  e con  chi procreare.

La genesi  della " Piantagione dei Cervelli" ha origine nel 2017, ben prima che la nostra società venisse colta impreparata dall'arrivo del Covid19, ma  l'autore, come se avesse avuto una premonizione,  tratta nel libro  alcune tematiche emerse   con l'arrivo di questo virus: la paura, anzi il terrore, dei contagi, di una malattia come l'influenza e  soprattutto la paura che alcuni oligarchi mondiali sottomettano  l'essere umano depotenziando il suo cervello. Tematica questa che è venuta alla ribalta nella cerchia dei  cosiddetti < no-vax>, cioè coloro che hanno rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19: nella realtà non sono pochi i no-vax che hanno  tacciato i pro-vax di aver subito < il lavaggio del cervello>. Nel romanzo, la piantagione dei cervelli è qualcosa di terrificante: giovani donne vengono utilizzate come incubatrici per far nascere  cervelli depotenziati da impiantare negli esseri umani per renderli abili ad ogni attività sì ma totalmente manipolabili. 

Tirando le somme, sono pagine amare ma il finale con l'happy ending  dà un segnale di ritrovata speranza nell'uomo e nelle sue capacità.