venerdì 23 dicembre 2016

IL GIORNO DEI MIRACOLI

 Ebbene, nella sola giornata di oggi sono accadute due cose che non pensavo potessero accadere: la prima è stata pranzare all'aperto in pieno inverno e senza giacca.  A dire il vero il clima così caldo il 23 dicembre è qualcosa di anomalo e abbastanza preoccupante. Ma una carbonara al tepore del sole è bastata a scacciare ogni altro pensiero. La seconda è che mi è stato restituito un libro che avevo prestato: no, non sarebbe niente di straordinario se non fosse che questo libro l'avevo prestato quasi 10 anni fa e l'avevo dato per disperso. E invece la persona a cui l'avevo prestato si è ricordato di restituirmelo  dopo anni mentre io pensavo non ricordasse nemmeno più chi gliel'aveva dato. Per la cronaca il libro è <Il mestiere di vivere> di Cesare Pavese ed è praticamente il diario di questo inquieto autore piemontese. Sarà forse una piccola cosa, ma vedermi restituire a sorpresa e dopo anni quel libro, mi ha illuminato la giornata: è stato come ricevere  un simbolo di speranza universale.

lunedì 21 novembre 2016

RECENSIONE DRAMMA TEATRALE "OCCHI TRA LE FOGLIE"

Nel weekend è andato in scena al Teatro della Rosa di Pontremoli il dramma <Occhi tra le foglie>, tratto dall'omonimo romanzo di Giacomo Pinelli.  Anzichè fare la classica recensione,  farò un analisi personaggio per personaggio in ordine di apparizione. In grassetto il nome dell'attore e in corsivo tra parentesi il personaggio interpretato.

EMANUELE SORDI ( Giampiero). Straordinariamente versatile, è perfetto nei panni del fidanzato imbranato del suo "contrappasso" femminile,  Silvia, la tipica ragazza di buona famiglia schiava delle convenzioni su cui tutti nutrono grandi aspettative. Ma sa anche  cambiare tono e  far salire la tensione drammatica rievocando le azioni da partigiano di zio Giovanni con zio Giovanni, diventandone  la spalla indispensabile  nella suspense del racconto.

VALENTINA SIMONCINI ( Lisetta)  Un dramma esistenziale  è personificato dalla figura di Lisetta: la donna buona fino allo stremo  che mettendo in pericolo la sua stessa vita  e quella della sua famiglia, aiuta un partigiano ferito nutrendolo e dissetandolo di nascosto, non ottiene gratitudine, non ottiene, come sognava , di camminare con lui alla luce del sole nel vestito della festa, ma ottiene solo violenza: quello che nella vita dovrebbe essere un momento magico come donare il proprio corpo per la prima volta, si trasforma in un brutale stupro, un atto bestiale e disumano  che Valentina interpreta  con una carica emotiva tale da rendere   quasi contemporaneo l'evento che rievoca tra lacrime e  corti respiri: il pubblico in platea poteva quasi percepire il battito del suo cuore. Un cuore talmente grande da non denunciare  il partigiano ai fascisti e da farla scappare da Montemarcio, il suo paese, per non mettere in pericolo la sua famiglia. Un cuore talmente grande da mettere al sicuro  il frutto buono della violenza subita: il suo <tesoro>, il bimbo affidato alle suore dell'orfanotrofio appena nato  percependo l'avvicinarsi della fine  della propria vita, giustiziata  beffardamente per aver dato troppo amore e  ricevendo in cambio solo odio e violenza.  Valentina e Lisetta sul palco si sono fuse ottenendo una prestazione attoriale di grande spessore.

FEDERICA GUSSONI ( Silvia) La classica ragazza di buona famiglia, anche un po' snob, che  porta con sè la profonda convinzione  che le scelte familiari vengano  prima della sua volontà e dei suoi sentimenti:  ma si innamora di  Giampiero, che è tutto l'opposto di ciò che la sua famiglia avrebbe desiderato per lei, e si trova a difenderlo dai suoi parenti   e contemporanemante a combattere  per trasformarlo in una persona  " migliore" ma migliore secondo schemi predefiniti . Federica  è brava nel tenere l'atteggiamento capriccioso, imperativo e contraddittorio che una ragazza del genere deve necessariamente avere, per poi arrendersi al sentimento per Giampiero, più  forte di tutto.


LUCA VERONI (Zio Giovanni) L'eroe partigiano  invecchiato, colpito da ictus, allo stremo delle forze fisiche,   è  tenuto in vita solo dai sensi di colpa, una colpa che cerca di espiare con l'aiuto della sua nipote preferita, Silvia.  Ma certo non ha questa preferenza per il fidanzato Giampiero,  che non ritiene degno del suo rispetto  tanto da non stringergli mai la mano e da cercare sempre  di allontanarlo. E invece sarà proprio  Giampiero l'unico  su cui potrà contare, seppure a malincuore, per la sua ricerca. Diviso tra l'idealismo derivatogli dall'essere stato l'eroe bambino  e  la sgarbatezza di un vecchio malandato e  bisbetico, alla fine si troverà a dover ringraziare colui dal quale meno si aspettava di ottenere un risultato: il <grazie> che zio Giovanni  esprime alla fine  gli costa, e Luca dà perfettamente questa sensazione,  lo stesso dolore di una martellata  su un'unghia incarnita.

GIACOMO BERGAMASCHI ( Partigiano) Immobile sul fondale fino al dialogo con Lisetta e anche dopo , proprio la sua posizione   rende l'idea che il tempo si sia fermato  a quel maledetto 1944,  quell'anno di guerra che zio Giovanni ricorda  nella routine del focolare domestico. Complimenti per aver dato la sensazione di  essere una statua.

ISABELLA BOLA (Maria)  La cattiveria   malcelata di una ragazzina e il suo egoismo contrapposti  alla serena confessione di colpa di  un'anziana che ha nascosto per  una vita un terribile segreto: il segreto  di un gesto che ha portato estremo dolore alla sua  famiglia. Isabella si districa bene nel doppio  e mutato atteggiamento di Maria giovane e Maria anziana.

MONICA ROSA ( Giuseppina) Donna matura, mater familias esperta e conscia dei pericoli della guerra, agisce soprattutto per proteggere i suoi figli, con autorità ma anche comprensione. La forte consapevolezza di Giuseppina e la  grande maturità interpretativa di Monica si equivalgono

VALENTINA ZINZULA ( Fedora) Parte integrante di una famiglia povera e numerosa come quelle di una volta in tempo di  guerra,  la sua mimica esprime  a pennello  i sentimenti di quell'epoca e della storia della sua famiglia: preoccupazione per  i suoi fratelli, rabbia per la violenza subita dalla zia, dolore per la sua partenza.Sguardi e gesti eloquenti.

GREGORIO FENOCCHI ( Amedeo)   Un signore che non ha mai potuto contare su nessuno nella vita, cresciuto in orfanotrofio dalle suore e innamoratissimo della defunta moglie Chiara, dalla quale non ha avuto figli. Le esperienze della vita lo hanno fortificato e affronta  la sua solitudine   con un realismo ai limiti del sarcasmo. Vivere in Cornovaglia  gli ha conferito un po' del tipico aplomb britannico, della signorilità tipica di quei luoghi, ma la discussione  con Maria e Giampiero gli  fa tornare a galla il sangue latino,  non risparmiando  parolacce e  insulti bilingue. Ruolo perfetto per l'attore Gregorio, che ha nella realtà un mix di  sangue latino  e britannico



La regìa di Monica Rosa, che ha diretto per 9 mesi il gruppo, è stata scrupolosa,  attenta alla mimica e alla dizione. Disponibilissima a venire incontro alle esigenze del cast e attenta ai suggerimenti, non senza fatica  ha compattato un gruppo forte, sacrificando anche molto del suo tempo,   senza mai uno screzio o la volontà di mollare.

lunedì 7 novembre 2016

PICCOLO FESTIVAL DI ANTROPOLOGIA DELLA MONTAGNA


  L’uomo e la montagna:  tutta la cultura  del popolo   d’Appennino è  stata  dispensata  a Berceto durante  il <Piccolo Festival di Antropologia della Montagna>  organizzato dall’<Associazione Superfamiglia> gli scorsi   5 e 6 novembre: le 5 anime che hanno fattivamente studiato, preparato i dettagli e controllato che tutto funzionasse al meglio sono Giacomo Agnetti, Maria Molinari, Marta Mingucci, Mario Ferraguti e Maria Vittoria Sarli.  Hanno contribuito  alla realizzazione dell’evento anche il Comune di Berceto, il Parco Nazionale  dell’Appennino Tosco-  Emiliano e il gruppo <It’ s good 2 to be young in the  mountains>. Durante la kermesse    nel centro storico  si sono tenute  conferenze su temi della tradizione e del folklore appenninico come  il folletto, i  <facion>,  le erbe magiche,  la devozione popolare, le guaritrici,  il culto dei morti, la paura del lupo . Ma si è parlato anche di archeologia e  architettura con esperti dei vari settori. Il <Piccolo Festival di Antropologia della Montagna> non è  stato  solo  conferenze ma  anche teatro , musica, mostre  e    buon cibo  grazie al  <Menù del Piccolo Festival> nei locali convenzionati. Sabato 5 novembre il tema del festival è stato  <Il bosco>  mentre domenica 6 il tema  è stato   <Il paese>.  Francesca Todde, Luca Reffo e Marco Fallini hanno curato le mostre e il bookshop al museo <Pier Maria Rossi>  ma sono stati tanti gli studiosi, gli scrittori  e gli artisti  che hanno portato il loro contributo  a Berceto:  Davide Papotti Andrea Gatti ,  Maurizio Puccinelli, Riccardo Boggi, gli  Enerbia,  Mario Levis,  Marco Aime , Marta Mingucci ,  Andrea Rossi , Mario Ferraguti,   Tafel Musik, Rumba Pesa,  Tricia Takanawa,  The poorboys.  Rossana Piccioli,   Caterina Rapetti, Emanuele Mazzadi>  Patrizio Dall’Argine, Filippo Olari e Giacomo Galli.
 Proporre un festival culturale in montagna  nel periodo autunnale, durante un weekend all'insegna della pioggia, è stata una scommessa vinta e a testimoniarlo  c'erano le sale conferenze sempre piene.  Anche quando i faggi e i castagni  cominciano a colorare di malinconia autunnale le proprie foglie, e queste si staccano e compiono vortici nell'aria prima di posarsi lievemente al suolo e pian piano ricoprire  di  un soffice manto  giallo e rosso le ultime castagne di un bosco solitario, la montagna ha ancora qualcosa da dire.

lunedì 24 ottobre 2016

CERIMONIA DI NON PREMIAZIONE

 Quest'anno ho avuto l'onore di essere prescelto come membro della decina di votanti locali del Premio Bancarella della Cucina, costola del Bancarella riservato alla letteratura culinaria.  La scelta è caduta su di me in quanto giornalista che ha spesso seguito, appunto come cronista, l'evento.  La cosa mi ha fatto onore e piacere, oltre ad avermi dato l'opportunità di leggere i 6 libri finalisti. Ebbene, giunto alla cerimonia di premiazione, saluto un collega giornalista di un'altra testata, anch'esso votante prescelto per le mie stesse motivazioni, che  prima di entrare mi spiega che il premio non verrà assegnato. E  mi mostra il comunicato stampa che spiega che per un disguido tecnico la premiazione avverrà tra un mese. La deformazione professionale mi spinge ad approfondire e scopro che il disguido consiste nell'aver ricevuto da parte di alcuni librai una scheda di votazione che riportava tra i finalisti un volume in gara due anni fa al posto di uno in gara per quest'edizione e poichè la casa editrice era la stessa gli organizzatori se ne sono accorti solo all'ultimo. Comunque  si è svolta lo stesso una cerimonia di non premiazione, cioè un dibattito tra gli autori nella 700esca cornice del Teatro della Rosa.

sabato 1 ottobre 2016

Unione civile

Oggi casualmente a Pontremoli sono passato sul Ponte della Cresa e c'era un fotografo che stava eseguendo il servizio fotografico per una unione civile, la prima in Lunigiana. La coppia era formata da due ragazzi che conosco, essendo uno il cameriere di una pizzeria dove vado a volte e avendo visto  il compagno insieme a lui tantissime volte. Dopo lo scatto,  li ho guardati solo un attimo e l'impressione che ho avuto è che fosse una coppia che scoppiava di felicità. e la prima parola che mi è venuta alla mente è stata: amore.

giovedì 29 settembre 2016

CROTONE

Difficilmente ricordo i sogni che faccio ma questo mi è rimasto impresso:  sono a Crotone ( mai stato nella realtà, non ho parenti o origini crotonesi e non conosco nessuno di quella città)  in occasione della partita di calcio tra il Crotone e la capolista del campionato. Lo stadio <Ezio Scida > è inaccessibile  per motivi legati ai terremoti  (  nella realtà è davvero inagibile ma perchè non  ancora adeguato alle norme delle Serie A  e  avendolo letto da qualche parte questo dato è rimasto nel mio subconscio)  e si gioca in una strada asfaltata in pendenza.  Solo il giorno dopo mi accorgo che lo stadio <Scida> è di fianco a quella strada e assomiglia incredibilmente al campo sportivo " Remo Del Fraro" di Succisa Pollina. Alla sera delle vigilia della partita, depresso per non so che cosa, sul lungomare (  ma poi c'è il mare a Crotone? E il mare del sogno  assomiglia da matti al torrente Magriola)  faccio amicizia con una ragazza che mi entra nel cuore e sembra ricambiare le mie attenzione ma pratica una castità tipicamente meridionale  e provoca la mia gelosia quando dà più attenzione ai ragazzi del luogo. Il giorno dopo, alla Messa nel Duomo multipiano di Crotone, succede qualcosa: probabilmente  uno dei temuti terremoti. Tutti vanno nel panico, io penso alla ragazza del giorno prima e mi chiedo se sia da salvare, ma poi mi trovo coinvolto a dare una mano nei soccorsi alla locale Croce Rossa, dove  i crocerossini hanno le stesse facce di quelli veri di Berceto.

martedì 26 luglio 2016

Attentati a Rouen

Dopo aver sentito che l'ennesima strage in Francia è avvenuta a Rouen, la mia mente ha collegato questo posto a Giovanna d'Arco. E in effetti, cercando su Internet, ho rinvenuto che il rogo  su cui bruciò la "pulzella d'Orleans" fu proprio nella piazza del Mercato di Rouen. Forse sbaglio ma ci potrebbe essere una sorta di simbologia dietro  la strage nella chiesa di Rouen, luogo dove  Giovanna D'Arco fu bruciata come eretica. Oltretutto Jeanne d'Arc è stata dichiarata  successivamente Santa dalla Chiesa cattolica e proclamata Patrona di Francia. L'attentato di Nizza è avvenuto nel giorno della Festa Nazionale, l'attentato di Rouen nel paese dove morì l'eroina nazionale. Credo che nella mentalità di compie questi atti di terrorismo ci sia l'intenzione di colpire dei simboli. Oltretutto al Tg ho sentito che Rouen è il luogo di nascita del presidente francese Hollande e ciò me lo fa pensare ancora di più!

lunedì 13 giugno 2016

INDIAN DANCES

 Last Sunday, International Festival of Youngs began in Berceto: after the success of last years, indian girls from Mumbai  came back in Italy. So, girls proposed their show in  San Moderanno Square , shared in two groups: younger and older. Both younger and older girl were very good during their performance, the <Katak>: dressed with typical clothes of Indian tradition, they showed a dance which has origin in gipsy culture. Some stories tell gipsies went in Spain proposed Katak in that land, and mixing with Spanish tradition, gave origin to Flamenco, the most popular dance of European Country. During the nice show, Mayor Luigi Lucchi received, by a citizen of Bowie ( Maryland, Usa), the nomination of honoray citizen of that place. As usual, indian show was introduced by Carlo Devoti. Indians and Devoti, sorry if my English is not so good!










domenica 5 giugno 2016

BARISTA PER CASO

 Sabato, all'inaugurazione del negozio di sport di amici, sono diventato barista per caso: dopo aver fatto un giro all'interno vado fuori dove era posizionato un tavolo con un ricco  buffet. Conoscendo  molti dei presenti, tra un saluto e l'altro, devo essermi avvicinato troppo, tanto che  dopo  che una persona mi aveva chiesto di passarle un bicchiere, tutti hanno cominciato a ordinare, credendo che io fossi il barman: fatto sta che per una buona mezz'ora ho servito prosecchi, aranciate, cocktail , stappato bottiglie e fatto ordine nei vassoi degli stuzzichini.  Esperienza casuale ma interessante!

venerdì 3 giugno 2016

NUOVI REGOLAMENTI

 Questo post potrà interessare solo gli operatori del settore ma è stato approvato il nuovo regolamento per la formazione professionale continua dei giornalisti: tra le novità principali, di assoluto buonsenso, è che i crediti deontologici da acquisire in 3 anni  sono passati da 15 a 20, che tutti i 60 crediti totali potranno essere acquisiti on-line  e che gli iscritti all'Ordine da oltre 30 anni  avranno solo l'obbligo dei 20 crediti deontologici. Non sto a elencare il resto, però posso dire che tutte le novità hanno semplificato, cosa strana in Italia, questo obbligo professionale, attenendosi oltre alle leggi giuridiche, soprattutto alle leggi del buon senso.

lunedì 2 maggio 2016

PRANZI DI SANTA ZITA

 In occasione della festa grossa di Santa Zita, le famiglie di Succisa si riuniscono a tavola in gruppi numerosi  e le massaie hanno un superlavoro per cucinare un banchetto degno della tradizione che porterà a mangiare gli avanzi della giornata di festa anche il giorno successivo e a reinvitare vicini e parenti. Naturalmente avevo il pranzo in  famiglia ma, invitato per  aperitivi e caffè anche dalle famiglie confinanti, ho colto l'occasione per una foto di gruppo in taverna e per un particolare sulla coppa tagliata e servita da Giovanna.



domenica 20 marzo 2016

Promesse mantenute

 Ebbene, sì, ho  riprovato a leggere Il Nome della Rosa. E al termine ne ho avuto un'opinione completamente diversa da quella che ne ebbi a sedici anni quando non riuscii ad andare oltre le 80 pagine.  Sì, mi è piaciuto, e molto. Ora la domanda è: come fa a pensare un'insegnante di lettere che uno studente sedicenne possa apprezzare le 500 pagine di quel libro,  con moltissimi paragrafi in latino senza nessuna traduzione, scritto in un linguaggio complesso e con presenti termini arcaici e in disuso che non capisco neanche ora  che ho passato i trent'anni, per esempio i verbi cacchinare e addontare?
   A sedici anni  si può apprezzare Calvino, che   scriveva libri di dimensioni accettabili e in linguaggio comprensibile.   Tornando al Nome della Rosa alla fine ho letto anche alcune postille di Eco: su di lui come saggista non ho cambiato opinione, lo trovavo indigeribile  e lo trovo ancora così.

sabato 20 febbraio 2016

PACE ALL'ANIMA DI ECO, MA....

 Massimo rispetto per il defunto Umberto Eco, ma è un autore che personalmente non mi è mai piaciuto e che mi ha anche un pochino <perseguitato>: in seconda superiore la prof di lettere assegnò dei libri da leggere chiedendo le preferenze di ognuno. Io chiesi un libro che facesse stare in tensione, e mi consigliò <Il nome della rosa> proprio di Eco. Tra l'altro lo avevo già in casa e provai a leggerlo: provai e basta, proprio perchè dopo 80 pagine circa abbandonai trovandolo veramente pesante, altro che stare in tensione.  Non riuscivo a leggere più di cinque pagine senza addormentarmi.  Per alcuni esami universitari ho dovuto studiare il suo pensiero e alcuni suoi scritti, e infine per la laurea specialistica il mio relatore mi consigliò di leggere  il manuale <Come si fa una tesi di laurea>, naturalmente di Umberto Eco. Nonostante gli anni in più,  una certà maturità da studente universitario e une predisposizione  a letture meno leggere, il risultato fu lo stesso che col <Nome della rosa>: lessi quel manuale a spizzichi e bocconi, evitando accuratamente certi parti indigeribili.  Mi sono laureato comunque anche senza aver letto in toto quel manuale. Però  giuro che riprovo a leggere <Il nome della Rosa>: potrebbe anche essere che  un ultratrentenne di oggi  apprezzi quello che un sedicenne di allora aveva detestato.

mercoledì 3 febbraio 2016

Luisa Spagnoli

 Una fiction della Rai mi ha permesso di scoprire la figura dell'imprenditrice italiana Luisa Spagnoli, figura  che non conoscevo e proprio per questo, più che per interesse cinematografico, ho guardato lo sceneggiato in due puntate. Qualche notizia sulla Spagnoli l'avevo avuta da un'intervista all'attrice che la ha interpretata, Luisa Ranieri, e da Wikipedia, consultata perchè mi aveva incuriosito. Ma se il nome di Luisa Spagnoli ai più dice poco, chi non conosce la Perugina? Ebbene, la Spagnoli è stata colei che da una piccola drogheria gestita col marito Annibale Spagnoli ( tra l'altro il cognome originale di Luisa era Sargentini, ma all'epoca, nei primi del '900, le donne sposate acquisivano il cognome del maritto)  creò la mitica fabbrica di  cioccolato di Perugia. Ruolo rilevante lo ebbe anche l'amante Giovanni Buitoni, che portò innovazioni e suggerimenti che Luisa seppe accogliere,  mentre lo stesso marito tradito, scoperte le corne, si limito ad allontanarsi ma rimanendo socio dell'azienda  e facendo una delega per il Cda alla moglie,  per non ostacolare la rivoluzione che la fabbrica aveva portato nel mondo dolciario. Luisa Spagnoli fu una donna moderna che  durante il periodo della Grande Guerra, quando alla Perugina lavoravano solo operaie donne,  si adoperò per favorire la manodopera femminile: sua l'invenzione di un primitivo asilo nido aziendale  mentre le ore di allattamento venivano retribuite.  A Buitoni  si deve invece l'idea di trasferire la fabbrica dal centro storico di Perugia nella zona di Fontivegge, vicino alla stazione ferroviaria, per velocizzare i trasporti. Luisa e Giovanni erano persone aperte anche alle idee degli altri e abili nello sfruttare le capacità altrui e percepire i cambiamenti tecnologici  di un mondo in costante  progresso: per esempio  una corsa automobilistica organizzata dalla Perugina fu il primo evento sportivo radiotrasmesso in Italia.
Tornando alla singola personalità di Luisa, ella  rispose ai momenti di crisi e di spietata concorrenza con due invenzioni che ancora oggi sono capolavori assoluti dell'industria dolciaria: il  Bacio Perugina, che inizialmente era stato battezzato <cazzotto> ( ribattezzato Bacio per volere di Buitoni), ottenuto da avanzi di lavorazione di altri prodotti e la caramella Rossana.
Il film fa capire che l'idea di inserire una sorpresa nella uova di cioccolato per Pasqua fu proprio di Luisa Spagnoli in occasione del regalo ricevuto per un compleanno: due conigli d'angora.  L'angora era una lana che secondo l'imprenditrice perugina avrebbe avuto successo anche a livello sartoriale perchè elegante e contenuta nel prezzo. Le prima lavorazioni d'angora  furono inserite come sorpresa nelle uova di Pasqua, mentre dopo la morte di Luisa, avvenuta a Parigi nel 1935 per un tumore alla gola, il figlio Mario  sviluppa l'idea della mamma e crea la casa di moda " Luisa Spagnoli", tuttora esistente, mentre il nipote Lino  Spagnoli trasformerà la produzione da artigianale a industriale, divenendo anche presidente del Perugia Calcio.
Per me che ho sangue perugino nelle vene è stato un moto di orgoglio vedere quali personalità si sono sviluppate in quella città e a  quali cose grandiose e durature hanno dato vita.

domenica 17 gennaio 2016

LA DISFIDA DEI FALO'

 Come ogni anno a Pontremoli si rinnova la <disfida dei falò>:  i rioni di San Nicolò e San Geminiano si fronteggiano in una gara a chi realizza il fuoco più bello, gli uni sul greto del Magra e gli altri nel greto del Verde. Parte sempre San Nicolò il 17 gennaio in attesa della risposta di San Geminiano ( che è anche il patrono cittadino) fissata per il 31.
 La disfida dei falò è una tradizione  le cui radici si perdono nella notte dei tempi, alla quale lavorano centinaia di persona che regalano, per due serate, due  magiche coreografie  atte a riscaldare le notti invernali e illuminare il cielo di Lunigiana.  Non parteggio per nessuna delle due fazioni non facendo parte di nessuno dei due rioni, ma per una tradizione mia personale non vado mai a vederli entrambi, ma soltanto uno ad anni alterni. Il 2016 era l'anno di San Nicolò. Ecco alcuni scatti: