lunedì 7 novembre 2016

PICCOLO FESTIVAL DI ANTROPOLOGIA DELLA MONTAGNA


  L’uomo e la montagna:  tutta la cultura  del popolo   d’Appennino è  stata  dispensata  a Berceto durante  il <Piccolo Festival di Antropologia della Montagna>  organizzato dall’<Associazione Superfamiglia> gli scorsi   5 e 6 novembre: le 5 anime che hanno fattivamente studiato, preparato i dettagli e controllato che tutto funzionasse al meglio sono Giacomo Agnetti, Maria Molinari, Marta Mingucci, Mario Ferraguti e Maria Vittoria Sarli.  Hanno contribuito  alla realizzazione dell’evento anche il Comune di Berceto, il Parco Nazionale  dell’Appennino Tosco-  Emiliano e il gruppo <It’ s good 2 to be young in the  mountains>. Durante la kermesse    nel centro storico  si sono tenute  conferenze su temi della tradizione e del folklore appenninico come  il folletto, i  <facion>,  le erbe magiche,  la devozione popolare, le guaritrici,  il culto dei morti, la paura del lupo . Ma si è parlato anche di archeologia e  architettura con esperti dei vari settori. Il <Piccolo Festival di Antropologia della Montagna> non è  stato  solo  conferenze ma  anche teatro , musica, mostre  e    buon cibo  grazie al  <Menù del Piccolo Festival> nei locali convenzionati. Sabato 5 novembre il tema del festival è stato  <Il bosco>  mentre domenica 6 il tema  è stato   <Il paese>.  Francesca Todde, Luca Reffo e Marco Fallini hanno curato le mostre e il bookshop al museo <Pier Maria Rossi>  ma sono stati tanti gli studiosi, gli scrittori  e gli artisti  che hanno portato il loro contributo  a Berceto:  Davide Papotti Andrea Gatti ,  Maurizio Puccinelli, Riccardo Boggi, gli  Enerbia,  Mario Levis,  Marco Aime , Marta Mingucci ,  Andrea Rossi , Mario Ferraguti,   Tafel Musik, Rumba Pesa,  Tricia Takanawa,  The poorboys.  Rossana Piccioli,   Caterina Rapetti, Emanuele Mazzadi>  Patrizio Dall’Argine, Filippo Olari e Giacomo Galli.
 Proporre un festival culturale in montagna  nel periodo autunnale, durante un weekend all'insegna della pioggia, è stata una scommessa vinta e a testimoniarlo  c'erano le sale conferenze sempre piene.  Anche quando i faggi e i castagni  cominciano a colorare di malinconia autunnale le proprie foglie, e queste si staccano e compiono vortici nell'aria prima di posarsi lievemente al suolo e pian piano ricoprire  di  un soffice manto  giallo e rosso le ultime castagne di un bosco solitario, la montagna ha ancora qualcosa da dire.

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