lunedì 30 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19- DIARIO DI PRIGIONIA- Diciannovesima giornata

 Giorno 19
La notizia cattiva è che i domiciliari ci sono stati prolungati fino a Pasqua, che quest'anno cade il 12 aprile. La notizia positiva è che oggi c'è stata la metà dei contagi di ieri e il più alto numero di guariti in un giorno. L'altra notizia positiva è che un mio campo è pronto per essere arato. Non dobbiamo abbassare la guardia.

domenica 29 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19 - DIARIO DI PRIGIONIA- Diciottesima giornata

 Giorno 18

 Ho deliberatamente  saltato la cronaca del giorno 17, e credo che d'ora in poi le mie cronache non saranno quotidiane. Sembra esserci un progressivo  rallentamento dei contagi e dei morti, ma non è il caso di mollare. La riflessione di oggi è sulle nuove tecnologie e i prodotti social come Facebook, Whatsapp, le chat room. Questa situazione da un lato ha  favorito il loro uso intelligente: il nostro parroco Don Andrea per esempio celebra le Sante Messe dal Duomo di Pontremoli insieme ad altri sacerdoti e diaconi in una chiesa deserta ma trasmette la celebrazione in diretta Facebook; gli studenti seguono le lezioni in streaming, molte aziende  utilizzano lo smart working. Dall'altro lato le nuove tecnologie hanno favorito il propagarsi di fake news in questo periodo che, pericolose già di per sè, in questo periodo lo sono ancora di più.
 Oggi è entrata in vigore l'ora legale: in quanto membro del Consiglio Parrocchiale sono stato incaricato di regolare l'orologio del campanile: non l'avevo mai fatto ma uno dei miei predecessori mi ha ben istruito su come compiere l'operazione.  Al pomeriggio ho tagliato l'erba intorno a casa. 

venerdì 27 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19 -DIARIO DI PRIGIONIA - Sedicesima giornata

 Giorno 16

Non ho scritto nulla del giorno 15, sia perchè non ne avevo voglia sia perchè la notizia di un nuovo aumento dei contagiati mi aveva  sconfortato. Oggi non so quanti siano, non ho ascoltato  il bollettino della Protezione Civile ma ho appena finito di vedere in tv il  Santo Padre, Papa Francesco ( al secolo Jorge Mario Bergoglio)  che ha appena concluso la cerimonia concedendo l'indulgenza plenaria a tutti fedeli collegati con le varie tecnologie ma anche a tutti coloro che col desiderio lo volevano fortemente. Non sono pochi coloro che pensano che questa pandemia sia un castigo divino per le nefandezze umane, ma al di là di questo sicuramente il mondo aveva bisogno di una " rallentata: probabilmente in nome del lavoro, del potere e del denaro   un eccesso di materialismo si era riempito delle nostre anime, perdendo di vista i valori, che non sono solo cristiani ma universali, della fratellanza, del rispetto, dell'aiuto reciproco, della comprensione. In una parola dell'amore di cristiana memoria: " Vi dò un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".
 La costrizione  in casa   fa riscoprire abilità che, presi dalla frenesia quotidiana, ci eravamo dimenticati di avere: abbiamo riscoperto il piacere del pane fatto in casa, la sartoria, la pasticceria. Abbiamo riscoperto il piacere di passare il tempo  con la propria famiglia.  Molti artisti grazie alle nuove tecnologie propongono Dj  Set, miniconcerti, improvvisazioni teatrali dalle loro case.  In qualche maniera abbiamo riscoperto  il buono che  in fondo c'è dentro ognuno di noi: il plauso va a medici, infermieri e operatori sanitari, ma anche a tutte le organizzazioni di volontariato che si prodigano, mettendo a repentaglio la propria salute per aiutare le persone in difficoltà e anche a chi, singolarmente e spontaneamente,  porta la spesa e le medicine ai propri vicini o compaesani bisognosi di aiuto.  Stavamo andando troppo velocemente e guardavamo troppo oltre, senza capire che la vera forza è dentro di noi. Non avrei mai desiderato che fosse un evento catastrofico  come una pandemia a farci capire di rimodulare i nostri stili di vita, ma, ragionando da fatalista quale non sono, una scossa forse  poteva darcela solo  un evento di questa portata.

mercoledì 25 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Quattordicesima giornata


Giorno 14
 Oggi fa più freddo di ieri:stamattina nevischiava e ora che sono quasi le 21 sta nevicando con costanza.  Fà un po' meno freddo nell'anima alla notizia che per il quarto giorno consecutivo i contagi  sono in calo, anche se siamo lontani dagli obiettivi. Oggi sarebbe stato l'ultimo giorno di domiciliari se non ce li avessere prolungati fino al 3 aprile: visti  che la cosa comincia a dare i suoi frutti bisogna cercare  di resistere ed essere ancora più ligi alla regole anticontaminazione. La situazione più grave continua a essere in Lombardia che, da sola, registra la metà dei contagi di tutta Italia. Nei giorni scorsi qualcuno diceva che  la cosa era spiegabile col forte tasso di industrializzazione della Regione e il grande traffico interno: fattori produttori di un alto tasso di smog il quale avrebbe indebolito i polmoni dei lombardi. La Regione tra l'altro è anche molto popolosa e dunque  i contatti con le altre persone, anche involontari, sono più frequenti  e dunque i rischi aumentano. Credo che finito tutto questo bisognerà ripensare agli stili di vita: la Milano anni '70 che offriva tante opportunità di lavoro a chi veniva da altre aree di Italia è cresciuta a dismisura, i ritmi sono diventati troppo  frenetici, le persone sono diventate  troppe, le macchine anche e   quello che forse una volta era un reale benessere è diventato  più un benessere apparente costretto tra smog, regole condominiali, traffico, criminalità, affitti esagerati, e anche l'ostentazione di questo benessere, che ci ha fatto dimenticare che il tempo è tra i beni più preziosi della vita di ognuno.   Anche lo Stato dovrà ragionare  in modo da creare una distribuzione più equa delle persone sul territorio . Tutti dovranno imparare qualcosa alla fine di questa epidemia. 

martedì 24 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA -Tredicesima giornata

Giorno 13
Per il terzo giorno consecutivo c'è un calo dei contagiati, ma il dato positivo è negativizzato da un aumento del numero dei morti. Oggi faceva freddo  e il mio programma di tagliare l'erba intorno a casa è stato rimandato a giorni più caldi. Proprio il freddo mi ha fatto venire in mente una cosa: il tema dell'ibernazione. Due o tre anni fa vidi al cinema il film fantascientifico  " Passengers" in cui molti terrestri si facevano ibernare    nelle capsule di un astronave che avrebbe dovuto raggiungere un  pianeta-colonia 120 anni dopo. la partenza.  Lasciando perdere la trama di questa film,  mi è venuto in mente che   i nostri arresti domiciliari sarebbero più facili e rapidi se ci  facessimo tutti ibernare, tutti ovviamente meno medici,  infermieri, pazienti e tutti coloro che producono o fanno ciò di cui sanitari e pazienti hanno bisogno. Ci potrebbero scongelare dopo un mese e magari scopriremmo  che l'epidemia è stata debellata e  potremmo con prudenza tornare a una vita normale. So che al momento non è possibile l'ibernazione su esseri viventi ma mi è venuto in mente il caso di una ragazzina inglese, malata terminale di tumore, che ha chiesto di non  essere seppellita ma di essere ibernata, con la speranza  che in un futuro la scienza possa riportarla a vivere.  C'è anche un altro film in cui si accenna al tema dell'ibernazione: " Demolition Man" in cui chi commette reati viene messo in una crioprigione: in sostanza  il reo viene messo in congelatore per la durata della sua pena. Durante tutta l'ibernazione le funzioni vitali si bloccherebbero e riprenderebbero piano piano dopo lo scongelamento. Chissà se in un futuro la scienza renderà possibile questo processo. 

lunedì 23 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19 - DIARIO DI PRIGIONIA- Dodicesima giornata

 Giorno 12
Il tradizionale bollettino dei contagi registra una flessione sia dei contagi che dei deceduti: è il secondo  giorno consecutivo di calo   ed è un piccolissimo segnale di speranza.  Fare le cose quotidiane  ai tempi del coronavirus  è diventato faticoso: fare la spesa aspettando  in coda  di entrare per evitare il sovraffollamento, il caldo invito a sbrigarsi negli acquisti, andare in posta per scoprire che è chiusa e apre solo nei giorni pari mentre in banca succede il contrario, prendere le medicine anche per conto terzi. mi ha fatto stancare. Per alcuni farmaci sono dovuto andare alla farmacia dell'ospedale: ora come ora c'è un solo ingresso sorvegliato da una addetta dell'Asl e da un vigilante. Mi è stata chiesta la motivazione del mio accesso  e misurata la febbre, febbre che non avevo e dunque mi hanno lasciato passare. Oggi il mio pensiero è stato per quelle persone che  tanti anni fa,  nella seconda  metà degli anni '90, fuggirono dall'Albania   per raggiungere l'Italia: quelle persone fuggirono da anni di  dittatura,  miseria, violenza, guerra civile,  persecuzioni politiche , in sostanza da una situazione drammatica. Molti di loro in Italia si sono costruiti una famiglia e una posizione lavorativa, lasciandosi alle spalle  un brutto passato.  Di certo non avrebbero mai pensato di  potersi ritrovare a vivere di nuovo  un altro dramma: un dramma diverso, non legato a guerriglie  e  dittature, ma un dramma che riporterà alla luce  quegli stessi sentimenti vissuti in patria nel periodo più buio.  Il virus, seppur per motivi di sicurezza, ha riportato quelle limitazioni della libertà che i cittadini albanesi vissero in patria  non per loro tutela ma per la sete di potere dei loro governanti.  E anche se ora i molti albanesi che vivono in Italia, perfettamente integrati con la nostra cultura, capiscono che queste limitazioni sono per tutelare la nostra salute, non potranno non andare con la mente al loro triste passato

domenica 22 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Undicesima giornata

 Giorno 11 
Il pomeriggio è stato costellato da brutte notizie: la prima una nuova stretta del governo e il prolungamento dei nostri  arresti domiciliari fino al 15 aprile. Poi la notizia della positività del sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, che conobbi di persona proprio in questo periodo di 11 anni fa, sul Passo della Cisa. Da allora instaurammo un ottimo rapporto, che probabilmente va oltre il rapporto tra sindaco e giornalista corrispondente dal suo paese. Un rapporto di stima reciproca in cui a discussioni serie si alternavano anche battute e momenti giocosi. Verso sera uno spiraglio di luce: al telegiornale la notizia che i contagi e i morti nella giornata odierna sono diminuiti. Ma il mio primo pensiero, tra l'altro coinciso con l'appello del capo della Protezione Civile Angelo  Borrelli, è che non bisogna abbassare la guardia. Anzi, questo è proprio il momento di essere ancora più responsabili. Da ieri sera mi risuona nella mente il titolo di una poesia di Ungaretti, " Fratelli" ma soprattutto il testo di un'altra lirica, " Veglia". Liriche di guerra ma condite con lo stesso sentimento doloroso che accompagna chi sta vivendo nel periodo di  questa epidemia. " Non sono mai stato tanto attaccato alla vita".

sabato 21 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19--DIARIO DI PRIGIONIA- Decima giornata

 Giorno 10
Non voglio nemmeno pensare a quanti siano i contagi  nella giornata di oggi, ogni telegiornale è un bollettino di guerra. Stamattina ho fatto delle fascine con mio padre, che però si èstufato presto. Io continuo a lavorare intorno a casa mia, a cercare di tenere pulito, anche se le prospettive per il futuro non sono delle migliori. Ma abbiamo già perso la libertà e la salute, non voglio perdere anche la speranza.

venerdì 20 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Nona giornata

Giorno 9
 Sono convinto che sia questa la Terza Guerra Mondiale.  Una guerra, come ha detto mio padre, dove il nemico " non distrugge le cose ma distrugge gli uomini". Si è anche interrogato se non fosse questo il terzo segreto di Fatima. Tanti anni fa  dissi a una mia amica  che io ero l'unico in paese in grado di affrontare la solitudine, e lei si aggiunse alla lista. A distanza di anni,  e con la mia amica oltreoceano, credo davvero che fossimo gli unici in paese a reggere la vita solitaria. Dopo 9 giorni di rigoroso rispetto delle regole, un pochettino di nostalgia  della libertà la provo anch'io ma so che dobbiamo essere forti e che non finirà qui.  Il governo nazionale sta dando un nuovo giro di vite alle restrizioni, ma tanti Comuni, Regioni e Province emanano ordinanze autonomamente. Anche loro si rendono conto che senza severità non si ottengono  risultati.
Ho finito di mettere a posto la legna, finalmente: è stata dura ma una buona scorta è rassicurante.
 Chi avrebbe mai detto che alla mia generazione in un paese occidentale democratico sarebbe toccato vivere una situazione del genere a causa di un'epidemia? Questa è una guerra, che  lascerà il segno: sono convinto ne usciremo, ma con le ossa rotte. Tutti saremo condizionati da questa guerra: è il pensiero costante  della giornata ed è forse per quello che a fine giornata mi è venuto in mente Giuseppe Ungaretti, il mio poeta preferito, la cui poetica era imprescindibile  dalla sua esperienza in trincea durante la Prima Guerra Mondiale. La sua poesia era essenziale, intrisa di dolore.  E  " Il Dolore" è anche il titolo della sua ultima raccolta poetica, nella quale, oltre al dolore per l'esperienza bellica, si aggiunse il dolore per la prematura perdita del figlio.  Forse la poesia  ungarettiana  più consona a questo periodo è " Soldati":  " Si sta, come d'autunno, sugli alberi, le foglie". 

giovedì 19 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Ottava giornata

Giorno 8
 Abbiamo superato la metà delle due settimane di restrizioni imposte dal Governo e, verrebbe da dire, ora la strada è in discesa: purtroppo i  contagi hanno superato i 33mila in Italia e si preannuncia una nuova stretta. Alcune Regioni lo hanno già fatto per i fatti loro vietando le passeggiate e i giri in bicicletta inutili ( Emilia-Romagna, Marche e Campania) ma tra pochi giorni le misure a livello nazionale saranno annunciate dal presidente del Consiglio. La città più colpita è Bergamo: l'esercito ha dovuto portare 60 bare di morti a causa del Covid19 in forni crematori fuori Regione, poichè al cimitero non vi era più posto.
Tutti i giorni ripeto che c'è ancora troppa gente in giro senza una reale necessità. Possibile che nemmeno la paura possa mettere un freno?  Mi sono fatto delle domande e mi sono dato anche delle risposte: la risposta è che conta molto anche l'autorevolezza e la stima  di chi ci impone delle regole. Mi spiego: se  ci impongono le regole migliori del mondo per sconfiggere il virus nel giro di poco tempo, ma non abbiamo stima di chi ci detta le regole, tenderemo  sempre a considerarle non buone. e dunque a non seguirle, In Italia c'è poca fiducia nella classe politica, che è quella che ci detta i comportamenti da seguire. Ma ora non è il momento della  divisione politica, bensì della responsabilità da parte di tutti. Io credo che comunque  se le regole fossero state imposte da un leader, da una figura carismatica, quale fu per esempio Sandro Pertini, storico presidente della nostra Repubblica, amato e stimato da tutti, il popolo le seguirebbe in massa, senza tanti se e tanti ma.
 Stamattina  ho spaccato la legna come al solito e in tarda mattinata me ne sono arrivati 30 quintali già tagliati, solo da mettere a posto, da Giorgio, un boscaiolo rumeno al quale l'avevamo ordinata prudentemente.

mercoledì 18 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19-DIARIO DI PRIGIONIA- Settima giornata

Giorno 7
Per la seconda volta in una settimana sono uscito: necessità improrogabili come la spesa e le medicine. Sono andato dal dottor Giusepper Drapchind anche per altre persone del paese a segnare le medicine. Il dottore ha adottato un sistema diverso: la sala d'attesa è nel cortile all'aria aperta davanti alla porta del suo studio, fa entrare uno alla volta chiamando lui e fa mettere seduti su una sedia ben distante dalla sua scrivania a spiegare quali medicine deve segnare. Aveva mascherina e guanti, e il camice: in tanti anni che conosco il dottore dei miei non gli avevo mai visto indossare il camice in studio. La spesa l'ho fatto sempre nel solito posto: abbondante per noi, un po' meno per Bruno e Nevia i quali  vedono in me un solido appoggio per le loro necessità.  Il supermercato era presidiato dai carabinieri, i quali devono fronteggiare i furbi che non prendono quasi niente per poter tornare a fare la spesa  ( e non prendere quasi niente) anche il giorno dopo. Sembra incredibile ma c'è ancora qualcuno che non ha capito la portata di questa epidemia. I contagi in Italia hanno superato i 30.000 anche se la crescita giornaliera è lineare e i guariti sono più dei morti.  Fare la spesa con mascherina e guanti e dover fare conti separati è estenuante, fa venire caldo. Fuori dalla farmacia in attesa del mio turno ho dialogato a distanza con una signora della situazione legata al virus.Quando si guardano le persone negli occhi, sopra la mascherina, che ormai indossano quasi tutti, si può leggere la paura. In questi momenti negli occhi delle persone si leggono i caratteri: il coraggioso, il menefreghista, l'ottimista, il solidale, lo speranzoso, l'esasperato. Il vecchio adagio recitava  < L'importante è la salute>:  purtroppo lo si capisce sempre quando la salute manca.
Nel pomeriggio ho continuato a spaccare la legna: facendolo tutti i giorni il fiato aumenta  anche se è sempre faticosa come attività.  Domani si continua.

martedì 17 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Sesta giornata

 Giorno 6
 I contagi hanno superato i 30.000 in Italia. Il nostro paese ha dormito nelle misure di prevenzione e contenimento ma  gli altri paese europei  stanno dormendo ancora di più. Marlusa, mia lontana cugina che vive in Brasile e con la quale ci sentiamo via Whatsapp, mi ha detto che in Brasile  ci sono appena 200 contagi e hanno già cominciato a prendere le stesse misure che ha preso l'Italia, misure prese  da noi purtroppo solo quando i contagi erano già migliaia. La mattina l'ho trascorsa potando piante da frutto, il pomeriggio tagliando e spaccando legna. Ho fatto meno fatica di ieri, evidentemente facendo qualcosa ogni giorno la forma fisica migliora. Ho anche lavorato meno a dire la verità.
 Oggi è una data storica per l'Italia: il 17 marzo 1861 avvenne l'Unificazione italiana. Certo, l'Italia  era diversa da quella di oggi e i confini definitivi si delinearono solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dopo 159 anni siamo di nuovi chiamati a combattere per la Patria, anche se non dobbiamo combattere con armi ma col buonsenso e col rispetto delle regole se vogliamo sconfiggere questa maledetta epidemia.  Nel Risorgimento l'obiettivo era essere uniti, ora l'obiettivo è di essere disuniti, almeno fisicamente, per evitare una catastrofe.  Ieri mi è arrivata la solita mail  della Gazzetta di Parma in cui mi si notificava il bonifico del compenso del mese scorso: solitamente aspetto questa notizia con ansia, ieri invece mi ero addirittura scordato che qualcuno dovesse darmi dei soldi per il mio lavoro. Questa situazione emergenziale aiuta a far capire cosa va messo al primo posto. Impareremo anche a non sprecare.

lunedì 16 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19 - DIARIO DI PRIGIONIA- Quinta giornata

Giorno 5
 La giornata è trascorsa tutto sommato serena...brevi attimi di sconforto ci sono quando si guardano i servizi dei vari telegiornali e si ascoltano i numeri del contagio.  Ho spaccato  legna di castagno un po' alla mattina e un po' al pomeriggio: sono completamente fuori forma me una discreta scorta l'ho fatta comunque. Due le riflessioni del giorno: la prima è quanto siamo fortunati noi  che abitiamo in campagna durante questa quarantena. Tutti abbiamo un pezzo di terra dietro casa  dove poter fare qualche attività agricola: spaccare legna, potare piante, tagliare erba, pulire l'orto. Ho sentito telefonicamente  in questi giorni diversi cittadini  il  cui sentimento era esattamente quello di invidia verso il luogo dove vivo. Seconda riflessione: oggi è l'anniversario del rapimento di Aldo Moro. Senza tutta la situazione emergenziale legata al coronavirus, ci sarebbero stato servizi su servizi, speciali su speciali, documentari su documentari. Invece solo un rapido servizio, riassuntivo dell'evento  e senza andare troppo nei dettagli.
La preoccupazione generale ora è per il Sud: se il contagio si propaga maggiormente anche nelle regioni del Sud, le strutture sanitarie non sono sufficientemente attrezzate.  Stanno soffrendo anche quelle del Nord, dell'avanzata Lombardia.
La paura è sempre quella del mancato rispetto delle regole, lo ribadisco ogni volta che scrivo: ancora troppa gente continua a fare la furba, a uscire senza necessità reale. Anche il disciplinato Nord fa fatica a seguire le regole, non oso immaginare al Sud che, culturalmente, fa di tutto per aggirarle. Non lo dico per razzismo o discriminazione, ma ogni popolo di ogni  zona ha il suo tratto distintivo: i milanesi sono famosi per la frenesia, bresciani e bergamaschi per l'attaccamento al lavoro, i parmigiani per essere un po' snob, i veneti per bere forse un po' troppo, i romani per prendere le cose " con carma", i napoletani per l'arte di arrangiarsi, i calabresi per mangiare quintali di peperoncino. Tra le cose che accomuna diverse zone del sud è proprio il voler aggirare le regole, il cercare le scappatoie. Ma  i meridionali sono anche intelligenti e credo  che in questa occasione di emergenza sapranno responsabilizzarsi e dare il buon esempio.

domenica 15 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID19- DIARIO DI PRIGIONIA- Quarta giiornata


Giorno 4

 E' una strana domenica: niente Messa e niente aperitivo al Circolo coi compaesani. Non è che vado ogni domenica a Messa e non è che vado ogni domenica a fare l'aperitivo al circolo, ma di solito, quando non ho servizi giornalistici, almeno una delle due cose la faccio.  Affacciandomi dalla finestra di camera mia, urlo ai monti:" Italiani....ce la faremo"!
La riflessione che mi prende per tutto il pomeriggio è su quanto sia importante il contatto fisico nella nostra cultura: una stretta di mano,   due bacini sulle guancie, un abbraccio, una pacca sulla spalla, una carezza,  sono tutti gesti della quotidianità. E ora che dobbiamo evitare i contatti fisici queste cose semplici ci mancano.  So che nella cultura cinese e orientale in genere  per esempio il contatto fisico non è così importante come da noi ma anzi , in molte situazioni, è proprio da evitare.
 Stasera in famiglia abbiamo provato a fare la pizza: la pasta è venuta un po' molle  e mi sono scordato completamente il sale, in compenso la dose di lievito era giusta: le precedenti due volte la pizza era venuta alta come un vocabolario. Era ben cotta comunque.
 I contagi  in Italia hanno superato i 20.000 e gli altri leader europei cominciano solo adesso a svegliarsi per prendere misure preventive per il proprio paese. In Italia ancora troppa gente la sta prendendo alla leggera, sta scherzando col fuoco, ci vorrebbe una dittatura militare. per far rispettare le regole. Sembra comunque che le guarigioni superino numericamente i decessi. Preghiamo ( a casa ovviamente, non in chiesa) che vada tutto bene.

sabato 14 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19- DIARIO DI PRIGIONIA- Terza giornata

 Giorno 3 

Stamattina sono sceso a Pontremoli   perchè mi mancavano alcune cose che non ho comprato ieri: al supermercato a differenza di ieri facevano entrare soltanto in numero limitato: appena uscivano uno o due, facevano entrare altrettanti. Credo comunque ci sia ancora troppa superficialità e sottovalutazione di questo male, ancora troppa gente senza mascherina:  per me dovrebbe essere obbligatoria quando si esce di casa. per le necessità . Il mio stato d'animo è più rasserenato, forse perchè oggi c'era un timido sole. O forse perchè  mi sono divertito con l'impiegata delle Poste dove sono stato a pagare una bolletta:   vista la scarsa affluenza hanno disattivato l'apparecchio dei numerini e chiamavano loro, ma con tono militaresco si raccomandavano di stare dietro la linea gialla:  la bolletta gliel'ho passata allungando il braccio ma i soldi gliel'ho praticamente lanciati come un aeroplanino, prima di indietreggiare. Lei mi ha messo bolletta col timbro del pagamento e monete di resto  sul bancone che io non ho preso finchè non è stata lei a indietreggiare.
L'Italia è il paese che amo  ma noi siamo un popolo indisciplinato, e  la popolazione di Pontremoli la è in maniera particolare, tanto che il nostro sindaco Lucia Baracchini  ha dovuto emanare un'ordinanza di divieto di vendita di alcolici e superalcolici  fino a lunedì ( oggi è sabato): il motivo è che, essendo chiusi i  bar, si temeva che i ragazzini andassero nei negozi a far scorta di  bottiglie per ritrovarsi clandestinamente  a bere a casa di qualcuno, eludendo così il divieto di assembramento. Probabilmente la paura era anche che qualcuno esagerasse e avesse bisogno di cure ospedaliere, in un momento in cui l'ospedale è al collasso. Nell'ordinanza viene anche ribadito che l'aggregazione senza motivo di necessità è vietata  sia nei luoghi pubblici che privati:  lo so, non è facile stare a casa il sabato sera a 20 anni, non è facile non poter vedere e baciare la fidanzatina che abita a qualche chilometro per due intere settimane.  A 20 anni non è nemmeno facile capire la portata di un evento e temo che i 20enni di adesso  abbiano comunque una maturità  intellettiva inferiore ai ventenni  degli anni '90. Credo che i 20enni di adesso, con le debite eccezioni, si sentano immuni a qualsiasi cosa.   Penso ci sia un confine sottile tra volontaria trasgressione e incoscienza.
 Nel pomeriggio mi sono tagliato un po' di legna.  A pranzo carbonara tarocca  ( con pancetta e parmigiano anzichè guanciale e pecorino)  e a  cena bresaola e carote lesse. Io per fortuna un po' di vino in casa  ce l'ho  per arrivare fino a lunedì

venerdì 13 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19- DIARIO DI PRIGIONIA- Seconda giornata

Giorno 2 

Ho appena finito di ascoltare l'Inno di Mameli, versione integrale, da You Tube, naturalmente in piedi e con la mano sul cuore. Non l'ho cantato perchè ho tosse e voce bassa. Io sono italiano e  amo l'Italia, con tutti i suoi difetti e contraddizioni, e in questo momento  sento dentro di me ancora più forte lo spirito patriottico. Sento che il sacrificio che lo Stato ci chiede è davvero per il bene della Nazione,  non lo faccio  solo per me e per i miei cari: forse è altisonante dirlo ma quel poco  che faccio ( o meglio che non faccio, a cui rinuncio) è per l'Italia intera.  Stamani  ho fatto la spesa, sia per la mia famiglia che per Bruno e Nevia, una coppia anziana della Villavecchia: sono anziani, è meglio che stiano a casa e non rischino nulla. C'è il servizio di spesa a domicilio  della Protezione Civile ma loro si fidano di me. Sono sceso al supermercato  con guanti e mascherina, come quasi tutti i clienti, e con guanti e mascherina  sono tornato da loro a consegnare la roba. Non ho trovato tutto quello che volevano  ma hanno capito, è una situazione d'emergenza per tutto il territorio: dovranno capire anche i loro gatti, nemmeno per loro ho trovato tutto quello che mi hanno chiesto.  I miei gatti invece mi sono di conforto psicologico in questi giorni in cui ogni tanto, pensando a tutto quello che sta accadendo, mi viene da piangere: Belen è affettuosa, a Birilla manca solo la parola, Puffy ( che io chiamo Mezzacoda per una sua particolare caratteristica)  quando vuole è coccolona.  Ciop ( detto Grigione) invece lo vedo poco: sta molto fuori  e quando arriva è affamato come non mai, probabilmente ha una morosa e ci dà dentro. C'è anche Piffy ma è piuttosto selvatico, c'è  Nibala che ha una pancia enorme  e c'è Diablino che qua si vede poco perchè si è affezionato all' Anna, la badante di mio cugino Gaspare, e sta quasi sempre con loro.  E infine c'è Diablita, la gatta guercia, molto umorale. Ieri sera ho guardato Don Matteo12, per fortuna quella serie mi piace e  so come trascorrere anche il prossimo giovedì.   Io  credo di essere abbastanza forte da portare il sacrificio fino in fondo ma c'è gente intorno a me che ha già l'ansia. Lo capisco: alla fine di tutto  credo che avremo tutti bisogno di uno psicologo, anche i più forti.

giovedì 12 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19- DIARIO DI PRIGIONIA-

Giorno 1 

Da molto tempo non scrivevo su questo blog, assorbito da pensieri diversi. L'emergenza legata al Coronavirus Covid 19 e il conseguente confinamento a casa se non per motivi di necessità, salute e lavoro  deciso dal governo ( Premier Giuseppe Conte, lo scrivo per  ricordarlo un domani, quando si spera tutto sarà passato e la gente rammenterà questo brutto periodo) mi hanno fatto pensare  che potesse essere importante trascrivere queste giornate perchè possano essere  di esempio. Nessuna intenzione o presunzione di raggiungere la notorietà  dei " Quaderni dal carcere" di Antonio Gramsci o " Le mie prigioni" di Silvio Pellico, ma semplicemente la necessità di  comunicare degli  stati d'animo e delle riflessioni.
Da oggi tutto il popolo italiano è,  usando un termine forte e ironico al tempo stesso, " ai domiciliari", anche se forse il termine più giusto è " libertà condizionata" o ancor meglio " regime di semilibertà". Sono un giornalista e con la necessaria autocertificazione per motivi di lavoro, oltre che con  l'attestato che Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma, ha mandato telematicamente, a tutti noi che lavoriamo per il suo giornale potrei muovermi per lavoro. Ma il mio luogo di lavoro è Berceto e io risiedo nel Comune di Pontremoli: ho la possibilità di lavorare da casa e lo faccio. Voglio essere responsabile e non essere veicolo di contagio per nessuno, anche  perchè a Pontremoli ci sono diversi casi e, anche se credo di non essere venuto a contatto con nessuno di loro, non ne posso avere  la certezza matematica. Inoltre  non sto benissimo: ho l'adenovirus ( tranquilli, non ha niente a che vedere col coronavirus )  da quasi 2 mesi, diagnosticatomi dal mio medico  dottor Paolo Arrighi: è qualcosa di molto simile all'influenza, blando ma lungo e fastidioso. A Berceto ci sono molti anziani e, anche se son convinto che siano ben poche le persone in giro, voglio essere responsabile.
Sono anche un agricoltore in regime di esonero  e posso svolgere anche servizi agricoli per conto terzi ma non lo farò se non assolutamente indispensabile: lavorerò soltanto nei terreni di mia pertinenza e in completa solitudine. Anche perchè muoversi  per motivi superflui  è reato penale. Di pazienza ne ho tanta, ma il sentimento che più mi accompagna in questi giorni è la paura.