giovedì 12 marzo 2020

CORONAVIRUS COVID 19- DIARIO DI PRIGIONIA-

Giorno 1 

Da molto tempo non scrivevo su questo blog, assorbito da pensieri diversi. L'emergenza legata al Coronavirus Covid 19 e il conseguente confinamento a casa se non per motivi di necessità, salute e lavoro  deciso dal governo ( Premier Giuseppe Conte, lo scrivo per  ricordarlo un domani, quando si spera tutto sarà passato e la gente rammenterà questo brutto periodo) mi hanno fatto pensare  che potesse essere importante trascrivere queste giornate perchè possano essere  di esempio. Nessuna intenzione o presunzione di raggiungere la notorietà  dei " Quaderni dal carcere" di Antonio Gramsci o " Le mie prigioni" di Silvio Pellico, ma semplicemente la necessità di  comunicare degli  stati d'animo e delle riflessioni.
Da oggi tutto il popolo italiano è,  usando un termine forte e ironico al tempo stesso, " ai domiciliari", anche se forse il termine più giusto è " libertà condizionata" o ancor meglio " regime di semilibertà". Sono un giornalista e con la necessaria autocertificazione per motivi di lavoro, oltre che con  l'attestato che Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma, ha mandato telematicamente, a tutti noi che lavoriamo per il suo giornale potrei muovermi per lavoro. Ma il mio luogo di lavoro è Berceto e io risiedo nel Comune di Pontremoli: ho la possibilità di lavorare da casa e lo faccio. Voglio essere responsabile e non essere veicolo di contagio per nessuno, anche  perchè a Pontremoli ci sono diversi casi e, anche se credo di non essere venuto a contatto con nessuno di loro, non ne posso avere  la certezza matematica. Inoltre  non sto benissimo: ho l'adenovirus ( tranquilli, non ha niente a che vedere col coronavirus )  da quasi 2 mesi, diagnosticatomi dal mio medico  dottor Paolo Arrighi: è qualcosa di molto simile all'influenza, blando ma lungo e fastidioso. A Berceto ci sono molti anziani e, anche se son convinto che siano ben poche le persone in giro, voglio essere responsabile.
Sono anche un agricoltore in regime di esonero  e posso svolgere anche servizi agricoli per conto terzi ma non lo farò se non assolutamente indispensabile: lavorerò soltanto nei terreni di mia pertinenza e in completa solitudine. Anche perchè muoversi  per motivi superflui  è reato penale. Di pazienza ne ho tanta, ma il sentimento che più mi accompagna in questi giorni è la paura.

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