martedì 15 gennaio 2019

IL LIBRO SU GORDON LETT


 Nei giorni scorsi l'Istituto Storico della Resistenza Apuana ha presentato un volume dedicato a una delle figure più affascinanti della Liberazione sul nostro Appennino: il maggiore inglese Gordon Lett. Il volume, nat dalla collaborazione tra l'Isra  l'avvocato Brian Lett, figlio di Gordon, è stato presentato a Pontremoli nelle stanze del Teatro della Rosa con la moderazione di Paolo Bissoli, presidente dell'Isra ( che ha curato anche l'introduzione) nonchè persona profondamente intrisa della cultura lunigianese.  Bissoli ha tracciato quello che fu  per i nostri territori appenninici Gordon Lett,  " Amico dell'Italia" ed è proprio così  che titola il libro: " Gordon Lett. Amico dell'Italia. Cittadino Onorario di Pontremoli, Albareto, Reggio Emilia". Ma fu soprattutto nello zerasco, nella Valle di Rossano, che il maggiore inglese, fuggito dal campo di prigionia  di Veano ( Piacenza) arrivò e si distinse, combattendo fianco a fianco coi partigiani locali ma mantenendo sempre i contatti coi suoi commilitoni inglesi di stanza a Firenze.  Durante la presentazione, oltre al saluto dell'Anpi di Zeri , la professoressa Lalla Tassi De Negri e Monsignor Silvano Lecchini, che vissero alcuni di quei tragici momenti,  hanno riportato le loro testimonianze. Fu il destino a portare Gordon Lett a  Rossano, poichè egli aveva ben altre intenzioni dopo la fuga, ma il suo spirito di solidarietà  e la sua preparazione lo portarono a fondare il Battaglione Internazionale, protagonista di molti episodi in quella durissima stagione. Lett stipulò anche una profonda amicizia col vescovo Monsignor Sismondo, rinsaldata nel tempo: e fu questo legame che impedì il bombardamento della città di Pontremoli.   Lo stesso Brian Lett ha tratteggiato la figura del padre (  Gordon stesso fu autore e di due libri sulla sua esperienza nella valle di Rossano)  col tipico aplomb britannico  mettendosi  in una diversa ottica. Ciò che è certo è che il legame con Zeri, Rossano e Pontremoli della famiglia Lett è rimasto intatto anche dopo la guerra: i discendenti del maggiore inglese frequentano assiduamente il nostro Appennino e vi hanno anche delle proprietà.


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