lunedì 14 gennaio 2013

LETTURE FORTI

Non certo per fare apologia del nazismo, ma con lo stesso interesse di uno storico, ho terminato di leggere il Mein Kampf, il libro che Adolf Hitler scrisse quando fu incarcerato dopo un'azione sovversiva a Monaco di Baviera nel 1924. Dal punto di vista letterario non è certo un capolavoro ma è molto interessante per capire la personalità del Fuhrer: leggendo il libro si scopre che la causa primordiale dell'Olocausto non fu l'odio razziale bensì la paura: Hitler temeva gli ebrei e li paventava come votati alla conquista del mondo.   Per il resto sono descritte le situazioni che tutti gli storici conoscono: il principio del culto del capo, la superiorità della razza ariana, il bisogno di ampliarsi territorialmente, l'importanza strategica dell'educazione fisica, militare e intellettuale. Nel libro si scopre anche una vera e propria ammirazione di Hitler per l'Inghilterra. Noi italiani, invece, eravamo solo una strategia, l'unico alleato possibile. Da sottolineare che il capo del nazismo pensava dei parlamentari tedeschi del tempo  più o meno  quello che noi pensiamo dei loro omologhi  italiani  di adesso: Hitler non esita a definirli nel libro  con diversi appellativi disprezzanti: ladri, cialtroni, criminali, cretini, ecc. ecc.
 Ah, tranquilli, in Italia è legale acquistare il libro e possederlo, purchè non se ne faccia propaganda nazista.

1 commento:

  1. In effetti non credo sia un libro che si legge molto spesso, però dev'essere stata una lettura molto interessante e curiosa.
    Mi ha fatto sorridere quando hai scritto che Hitler pensava dei parlamentari ciò che noi pensiamo ora di quelli italiani... non andiamo molto lontano.

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